Il presidente statunitense Donald Trump potrebbe essere a Palermo il mese prossimo per partecipare alla conferenza internazionale per la Libia, che l’Italia ospiterà il 12 e 13 novembre. Lo rivela il giornale on line libico  “Arab 21” ripreso dall’agenzia di stampa ‘Nova’ sul proprio sito in italiano. Trump l’11 novembre  sarà a Parigi, dove parteciperà alle celebrazioni per la vittoria nella Prima guerra mondiale ma ha cancellato la visita del giorno dopo a Dublino, in Irlanda per “motivi di agenda” e questo lascia pensare ad una intenzione di partecipare alla conferenza di Palermo alla quale potrebbe prendere parte anche il presidente russo, Vladimir Putin.

Oggi lunedì 8 ottobre, il ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Enzo Moavero Milanesi, sarà ricevuto a Mosca dall’omologo russo, Sergej Lavrov, con il quale discuterà della crisi libica. Nei prossimi giorni sarà infine il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, a visitare la capitale russa, dove dovrebbe essere ricevuto dal primo ministro, Dmitrij Medvedev.

A Palermo si giocherà una partita importante sul fronte internazionale. In Libia, infatti, si intersecano interessi italiani e francesi e più che sul fronte puramente imprenditoriale la battaglia è politica ma non  semplice vista l’instabilità del paese e l’incertezza rispetto al prevalere di questa o quella fazione

Secondo l’analista politico internazionale Walid Arteima la partita sulla Libia si gioca anche in territorio politico italiano e in particolare riguarda le scelte  che il governo farà in tema di conferma dei vertici dei servizi segreti italiani a cominciare dalle nomine all’Aisi che dovrebbero arrivare a breve

Il giornale arabo, sempre ripreso dall’agenzia italiana scrive che il direttore del centro “Estirlab”, Abdessalem Rahji, sostiene che le divergenze tra l’intelligence e il governo italiano per il rinnovo dei vertici dell’Aise potrebbero portare al fallimento della conferenza. Secondo Rahji, gli attuali vertici dell’intelligence stanno cercando di essere riconfermati o nominare delle loro persone di fiducia, mentre il governo starebbe cercando di individuare nuove figure. Il sito arabo, citando Rahji, scrive che “il capo dei servizi segreti ha avuto un ruolo nel tentativo di escludere l’ambasciatore d’Italia a Tripoli, Giuseppe Perrone, in seguito alla pressioni del generale Khalifa Haftar, per compiacere la Francia, illustrando le divergenze profonde che avranno un impatto serio sulla conferenza di Palermo”. Il legame tra dossier libico e divergenze tra intelligence e governo di Roma per il rinnovo dei vertici dei servizi è messo in evidenza anche dall’analista Arteima.

In questo quadro la conferenza di Palermo può diventare cruciale nello scacchiere mediterraneo e la presenza di Trump sarebbe determinante per l’Italia nei confronti della Francia e l’eventuale doppia presenza (anche di Putin) metterebbe un sigillo di rilievo al vertice. Ma proprio queste vicende fanno sì che anche per il presidente statunitense possa risultare importante per riaffermare un ruolo anche in una parte del mondo nel quale l’influenza a stelle e strisce non è forte come in altri territori del continente africano.

Le due possibili presenze blinderebbero la conferenza sulla Libia fino ad ora evento quasi ignorato.