Un gruppo di undici donne operate di tumore al seno che, a colpi di pagaia, sfidano la paura della malattia.

Appuntamento domani alle 14, 30 alla Cala con “Donne in rosa” insieme alla squadra di dragon boat diretta da Giovanna Analdi del circolo nautico di Palermo presieduto da Ottavio Gueli.

Seguite dalla dottoressa Cettina Migliore queste donne inizieranno in acqua un percorso di riabilitazione psico-fisica che, se da una parte completa il recupero funzionale favorendo il drenaggio del braccio, dall’altra permette di superare in gruppo le difficoltà, con la pratica di un’attività sportiva.

L’iniziativa, sostenuta dall’Associazione Italiana Lotta ai Tumori e dall’Associazione Italiana Fisioterapisti della Regione Sicilia, è il primo appuntamento per la squadra “Rosanero” costituitasi lo scorso luglio in occasione del varo del dragon boat .

Interverranno: Ottavio Gueli, presidente del Circolo Nautuco di Palermo, Giovanna Analdi, dirigente di “Donne in rosa”, Giusi Scafidi, presidente della IV Commissione Consiliare alla Salute, la dottoressa Cettina Migliore e Francesca Glorioso della LILT di Palermo.

“Se queste donne sono sul dragon boat – afferma Giovanna Analdi – hanno già vinto il tumore perché con forza e tenacia si sono impegnate per essere presenti a questo appuntamento. Anche per l’equipaggio di noi “ Donne in rosa” che da tre anni lo pratica a livello agonistico, è una bella soddisfazione poterle supportare in un momento così difficile e delicato della loro vita. Lo sport, ancora una volta, è veicolo di solidarietà e di valori”.

Il dragon boat, una canoa/dragone di 20 posti sulla quale si pagaia seduti su assi di legno, della squadra “Rosanero” è stato acquistato grazie alla raccolta fondi di uno spettacolo di beneficenza che ha visto la mobilitazione di artisti, cittadini, associazioni ed istituzioni. Tra cui, anche il Comune di Palermo.

“Continua il percorso di recupero socio-sanitario iniziato lo scorso anno-dice Giusi Scafidi, presidente della Quarta Commissione Consiliare alla Sanita’ ed alle Politiche Sociali- è anche un’oppotunità di socializzazione per le tante donne che spesso sono lasciate da sole a convivere con una malattia che le devasta sul piano fisico ma soprattutto psicologico. Insieme, ciascuno per la propria parte, deve poter mettere in campo, progettied azioni per lottare contro la malattia e costruire condizioni dignitose di vita, contro i pregiudizi ed il dolore”.

La pratica del Dragon Boat nasce nel 1996 dalla volontà di un medico statunitense, il dottor Mcr Mckenzie, che ha sperimentato con un gruppo di donne pioniere come, in contrasto con le teorie del periodo, il movimento ritmico e ciclico della pagaiata costituisse una sorta di linfodrenaggio naturale favorendo la prevenzione del linfedema.