Dopo la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti dell’assessore regionale al turismo Elvira Amata a giorni potrebbero arrivare le decisioni della procura di Palermo e la probabile analoga richiesta di giudizio anche per l‘inchiesta gemella, quella sul Presidente dell’Ars Gaetano Galvagno. Tutto mentre è ancora aperta la vicenda dei presunti appalti truccati per la quale il Gip deve decidere in queste ore sull’arresto ai domiciliari richiesto dalla procura per 17 persone (una è uscita di scena con gli interrogatori preventivi).

Nessun nuovo scossone politico

Ma stavolta non ci sarà uno scossone politico come avvenuto per la vicenda Cuffaro ed appalti. i due casi (Dc ed FdI) sono molto diversi fra loro, dicono fonti di Palazzo d’Orleans. Per la Dc si trattava dell’emergere di un “sistema partito” mentre per Amata (il ragionamento varrà, se necessario, anche per Galvagno) vige il principio della responsabilità personale.

Giunta, dunque, che tira avanti e situazione politica interna alla maggioranza che non risentirà della nuova tegola abbattutasi sulla coalizione, anche perché ampiamente attesa alla luce delle notizie dei mesi scorsi.

Per l’opposizione atteggiamento incoerente

Ma l’opposizione sottolinea i “due pesi e due misure” e fa notare come siano stati messi fuori dalla giunta due assessori (Albano e Messina) espressione della dc ma non indagati personalmente mentre restino nell’esecutivo assessori personalmente indagati come la Amata

Oggi si presenta la mozione di sfiducia

L’opposizione regionale non molla la presa dunque e, approfittando della singolare coincidenza di tempi fra gli eventi, attacca su più fronti.

Così oggi, mercoledì 19 novembre nella sala stampa di Palazzo dei Normanni, a Palermo, i capigruppo delle forze di opposizione all’Ars presenteranno alla stampa la mozione di sfiducia nei confronti del presidente della Regione Renato Schifani. Lo faranno insieme Michele Catanzaro (Partito democratico), Antonio De Luca (Movimento 5 Stelle) e Ismaele La Vardera (Controcorrente). Si tratta di quel documento che hanno deciso di proporre al termine del ritiro in convento della scorsa settimana. Una mozione che non ha voti sufficienti per avere successo ed è già stata criticata anche da Cateno De Luca che l’ha tacciata come ipocrita ma sulla quale gli altri puntano moto, quantomeno come scelta d’immagine.