Due cortei a Palermo nel nome di Paolo Borsellino nel trentennale delle stragi.

Il primo alle 16.30 organizzato dall’Agesci con partenza da piazza San Domenico e arrivo fino a via D’Amelio. Tra i promotori dell’iniziativa i familiari di Rita Borsellino, sorella del giudice ucciso. Dopo la marcia una veglia per ricordare le vittime della strage.

Un secondo corteo, quello delle Agende Rosse, è partito da piazza Magione, passando per i Quattro Canti e al teatro Massimo fino a Villa Filippina. Tanti gli striscioni, come “Chi è Stato” o contro la guerra e alcuni contro il sindaco di Palermo Roberto Lagalla.

“Sindaco Lagalla, prima di commemorare le vittime di mafia, si distacchi dagli uomini condannati per fatti di mafia”. E poi slogan ‘Fuori la Mafia dallo Stato’.

Le altre iniziative del centro Studi

C’è anche l’iniziativa “Coloriamo Via D’Amelio: il 19 luglio per i cittadini di domani”. Dedicato a Rita, Paolo, Agostino, Claudio, Emanuela, Vincenzo e Walter. L’evento – che ha ottenuto il patrocino gratuito della Struttura per la valorizzazione degli anniversari nazionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri e gode della partnership del Ministero dell’Istruzione, dell’Università degli Studi di Enna “Kore”, del Polo Bibliotecario di Enna, e di numerose associazioni – si svolgerà il 19 luglio dalle 9 alle 12 attorno l’albero di ulivo di Via D’Amelio e vedrà l’alternarsi di testimonianze, animazione ludica, letture all’aperto e, infine, l’intervento artistico di Salvo Piparo, attore e cuntastorie palermitano. Un evento conclusivo di un itinerario durato diversi mesi, nei quali la Bibliolapa, la biblioteca itinerante del Centro studi costruita su una moto ape, ha realizzato decine di attività nei quartieri della città. Alle 10 la visita di Patrizio Bianchi, ministro dell’istruzione.

La polemica assenza della famiglia Borsellino

“Avremmo voluto celebrare il trentesimo anniversario della strage di via d’Amelio con una vittoria sulla mafia e quindi con la scoperta della verità per dare giustizia ai familiari e alle vittime. Purtroppo sarà anche quest’anno solo un appuntamento rimandato. Fin quando non si farà chiarezza sui tanti depistaggi, fin quando la politica non farà leggi antimafia dignitose della memoria e dell’operato dei magistrati e degli uomini delle forze dell’ordine che per lo Stato sono stati uccisi”. Lo dice Salvatore Borsellino, fratello di Paolo il magistrato ucciso a Palermo con 5 poliziotti della scorta nella strage di via Mariano d’Amelio il 19 luglio 1992.

Le parole del fratello Salvatore Borsellino

“Sono passati trenta lunghi anni senza verità – aggiunge – sono stati celebrati numerosi processi ma ancora attendiamo di conoscere tutti in nomi di coloro che hanno voluto le stragi del ’92-’93. Abbiamo chiaro che mani diverse hanno concorso con quelle di Cosa Nostra per commettere questi crimini ma chi conosce queste relazioni occulte resta vincolato al ricatto del silenzio”.

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