Il Pd che urla contro Leoluca Orlando ma alla fine lo appoggia grazie anche a un diktat romano e si spacca al suo interno; il Centro destra che fa credere ad un uomo o più uomini di spessore che saranno loro (uno di loro) il candidato ideale e poi si fa fulminare sulla via di Damasco da un transfugo che il Pd ha lasciato da poco e che ha il pregio di essersi opposto con forza alle accuse nei suoi confronti.
Riecco la battaglia fra destra e sinistra con Orlando paladino di Palermo che mette insieme la coalizione a sinistra proprio mentre sputa nel piatto in cui mangia e con Fabrizio Ferrandelli che dopo aver fatto altrettanto chiude l’accordo con la destra palermitana che ha bruciato lungo al sua strada Francesco Greco e Gaetano Armao (quest’ultimo ha sempre detto di voler correre per la regione non per il Comune).
Per i sinistri convinti si ripropone, quindi, l’eterna lotta fra il bene e il male, fra noi e loro. Per i destri, invece, la sfida questa volta è contro se stessi: dimostrare di esistere ancora.
Fra di loro, però, a Palermo c’è il terzo incomodo. Ugo Forello, candidato a 5 stelle, dopo che gli schieramenti si sono definiti, potrebbe avere una possibilità di tentare il ballottaggio. Diciamoci la verità, e lo sanno anche loro, a Palermo i 5 stelle non sono forti così come sono, invece, alla Regione. Ma il ricompattarsi dei vecchi schemi per loro è una buona notizia. Nessuno dei due candidati principali, infatti, intercetterà più un solo voto popolare o di protesta.
Non lo farà Ferrandelli che chiusosi nello schema di centro destra viene valutato dai suoi vicino al 30%; non lo farà più Orlando che fra Ztl e accordo con il Pd oggi dovrebbe valere, sempre secondo i suoi, circa il 45% al quale non servirà a molto l’assenza dei simboli. Per entrambi si tratta di una valutazione di partenza alla quale si dovrà solo aggiungere.
Ma in realtà il rischio (o l’opportunità) è data dal fatto che i conti sono fatti senza l’oste e che da queste valutazioni andranno, probabilmente, sottratti i voti popolari che confluiranno sui 5 stelle che partono da una valutazione che sta fra il 15 e il 18 per cento e sono in ascesa senza far quasi nulla, anzi lasciando fare agli altri.
A conti fatti che Forello si avvicini a Ferrandelli è quasi fisiologico, Ma questi numeri, alla fine, non contano nulla sia perchè sono valutazioni fatte dagli staff dei diretti interessati (tranne Forello che potrebbe essere ben al di la), sia perchè la campagna elettorale quella vera, inizia adesso.
Manca ancora la data delle elezioni amministrative e comunque fino ad ora abbiamo scherzato tutti. E non bisogna dimenticare che in campo candidati ce ne sono altri che probabilmente non pescheranno nei bacini 5 stelle ma in quelli di Orlando o Ferrandelli rosicando punticini che aiuteranno proprio l’avvicinamento pentastellato al ballottaggio.
In campo c’è Ciro Lo Monte di Siciliani Liberi, c’è Ismaele La Vardera che ha incassato l’appoggio di Salvini anche se non è il candidato dei salviniani. Entrambi rosicheranno voti sia a destra che a sinistra. C’è, poi, Tony Troja con il suo movimento. E non è escluso che di candidati se ne presentino altri a rosicare ancora voti.
C’è, poi, una variabile, quella di certa stampa che ha deciso di nascondere alcune notizia scomode e piuttosto che ascoltare le parti in campo e far dire a ciascuno la propria verità sceglie di non affrontare l’argomento come se non esistesse e non turbare la campagna elettorale di qualcuno
Una platea, quella attuale, di sei aspiranti sindaco che potrebbero diventare sette oppure otto. Un panorama nel quale nell’eterna lotta del noi contro loro, del bene contro il male, forse Forello potrebbe puntare davvero al ballottaggio. E la storia ci insegna che quando i 5 stelle arrivano al ballottaggio dopo vincono quasi sempre
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