Un eccezionale intervento cardiochirurgico che per complessità trova pochi riscontri in Italia, è stato eseguito all’ospedale Civico di Palermo ed ha salvato la vita ad un uomo di 56 anni, paziente con una storia clinica di severa cardiopatia, già sottoposto ad intervento di bypass aortocoronarico, plastica ventricolare e impianto di defibrillatore.
L’uomo, con la sua complessa storia sanitaria, è andato in arresto cardiaco durante l’attesa dell’intervento. La complessità è rappresentata dalla contemporaneità di tre azioni: la rianimazione, il collegamento alla macchina per la circolazione del sangue extracorporea e intervento di ablazione cardiaca
Il paziente, infatti, nonostante gli interventi e gli impianti, due mesi era stato sottoposto, a Bergamo, ad una nuova intervento, stavolta, di ablazione (necessaria a contenere la fibrillazione) ma i cui esiti non sono durati a lungo. Ricoverato a Marsala a fine settembre e poi trasferito d’urgenza a Palermo in gravi condizioni, con tachiaritmie ventricolari sostenute e ripetitive, veniva intubato e collegato alle macchine di rianimazione cardiaca.
In attesa di un nuovo intervento di ablazione il paziente andava in arresto cardiocircolatorio. da qui la decisione di procedere al complesso intervento che gli ha salvato la vita.
Rianimato dal dr Ignazio Maria Smecca, responsabile della UTIC ed istruttore nazionale di ACLS l’uomo veniva collegato alla macchina per la circolazione extracorporea in modo da consentire al cuore del paziente di reggere il successivo immediato intervento di ablazione operato dal dr Giuseppe Scarito , responsabile del servizio di elettrofisiologia della nostra Cardiologia, in collaborazione col dr Gregory Dendramis.
il complesso intervento ha salvato la vita del malcapitato
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