No a soluzioni calate dall’alto e decisioni sulle candidature alla presidenza dei Liberi consorzi affidate ai tavoli provinciali.
Lo ha detto a Talk Sicilia il coordinatore provinciale della nuova Democrazia Cristiana di Siracusa, Salvatore Andolina, tra i più ascoltati dal leader nazionale, l’ex presidente della Regione, Totò Cuffaro, in merito all’impasse nel Centrodestra sulla spartizione, tra i partiti della coalizione moderata, delle presidenze per le elezioni di secondo livello del 27 aprile.
“No a soluzioni calate dall’alto”
“Il senso di responsabilità dovrebbe portare il tavolo regionale a interloquire direttamente con le realtà provinciali, attribuendo a loro le responsabilità sulle candidature piuttosto che calare dall’alto soluzioni difficilmente applicabili nei territori” ha detto Salvatore Andolina, che ricopre anche la carica di assessore alla Polizia municipale di Avola, Comune molto caro al deputato nazionale di FdI, Luca Cannata.
Decidano i territori
Nella tesi del coordinatore della Dc di Siracusa, ogni territorio ha un suo equilibrio ed una peculiarità, per cui solo i referenti provinciali hanno contezza “dei rapporti di forza e soprattutto conoscono il profilo di chi è davvero nelle condizioni di poter gestire un ente importante come la Provincia”.
L’errore metodologico sbagliato
Scendendo nel dettaglio, il coordinatore siracusano della Dc spiega che il Centrodestra è finito sulle sabbie mobili per un errore metodologico.
“Non si può giocare a tennis con le regole del padel. Mi spiego: un accordo su scala regionale può avere un senso nelle elezioni di primo livello, cioè con il coinvolgimento dei cittadini. Vengono, in sostanza, predisposte delle liste a supporto della coalizione. Dico, però, che queste soluzioni, calate dall’alto, spesso non trovano riscontro nei numeri, basti ricordare le elezioni amministrative del 2023 a Siracusa”
Consiglieri comunali che non rispondono ai partiti
“Ma le consultazioni di secondo livello – dice Andolina – sono diverse e quel metodo non è applicabile e sono certo che i partiti politici dimostreranno di non riuscire a “governare” gli eletti nei territori. Prendiamo l’esempio della realtà siracusana: tantissimi consiglieri comunali di vari Comuni della provincia di Siracusa sono stati eletti con liste civiche, magari alcuni di loro orbitano nelle segreterie politiche dei partiti ma rispondono a logiche strettamente comunali più che di partito e coalizione. Peraltro, questo aspetto emerge di più nei Comuni più piccoli dove il sindaco, in forza del sistema maggioritario, predispone delle liste assolutamente trasversali, come sta accadendo a Solarino dove si voterà a breve.”
Il rischio che le elezioni saltino
Le elezioni sono, comunque, con un punto interrogativo: potrebbero saltare per via dei ricorsi al Tar. “Sì, c’è il rischio che possano slittare anche le elezioni di secondo livello. Sono stati presentati dei ricorsi al Tar da parte di alcuni cittadini, per cui non sappiamo cosa decideranno i giudici amministrativi” spiega Andolina.
L’auspicio dell’elezione diretta
Addirittura, secondo il coordinatore della Dc di Siracusa potrebbero esserci margini per far tornare a votare i cittadini. ” Auspichiamo che Roma o Palermo comprendano che l’elezione diretta è la soluzione migliore, quella più naturale”.
Ed in che modo?
“Non ho mai creduto a questa vulgata – dice Andolina – che in Sicilia non si potesse legiferare direttamente per tornare a votare direttamente con l’elezione di primo livello, quindi coinvolgendo i cittadini. Perché? Perché noi siamo una regione a statuto speciale, perché lo Statuto della Regione Sicilia prevede già gli organi di area vasta di area vasta, per cui basterebbe semplicemente una legge che disciplina gli enti locali e ricordiamo che in Sicilia lo Statuto attribuisce alla Regione Siciliana il Governo e l’ordinamento degli enti locali”.






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