Centrodestra verso la resa e la scelta di un disastroso “liberi tutti”. I partiti della maggioranza torneranno a vedersi martedì dopo che giovedì scorso sono saltati tutti i pre accordi. La strada che sembrava intrapresa per trovare un modo per stare insieme quantomeno sulle candidature a Presidente nei sei Liberi Consorzi siciliani, adesso non c’è più.
Se prima c’era la spartizione fra partiti delle candidatura dei presidenti adesso non c’è più neanche quello e gli incontri nei territori di questo fine settimana che dovevano servire ai segretari di partito per tornare con una idea precisa, non sembrano dare indicazioni utili, almeno fino ad ora,
Il tavolo di maggioranza
Sul piatto c’è arrivata la richiesta di FdI di esprimere il candidato a Ragusa (e fin qui era una delle due opzioni possibili) ma anche quella della Lega di puntare su Caltanissetta anziché Trapani. Il risultato è che Forza Italia non sembra intenzionata a rimanere con il cerino in mano a Siracusa dove la situazione in casa azzurri è abbastanza difficile. Se la Lega vuole Caltanissetta scombina, a cascata, i piani di tutti i centristi
Il precedente mezzo accordo
Un primo pezzo di accordo risalente al primo lunedì di febbraio sembrava ormai essere cosa scontata. Prevedeva un candidato presidente di Libero Consorzio per ciascuno dei sei partiti della coalizione. In particolare Agrigento alla Dc, Caltanissetta a Noi Moderati, Enna al MpA, Trapani alla Lega mentre Fratelli d’Italia e Forza Italia avrebbero dovuto dividersi Siracusa e Ragusa.
Ma adesso, con la Lega a Caltanissetta, a Noi Moderati potrebbe essere offerta Enna ma questo creerebbe problemi con il Movimento per l’Autonomia. Inoltre ad Agrigento far votare tutti per un candidato di Dc è complesso viste le pressioni di FdI che l’ esprime un assessore regionale, Giusi Savarino, ma anche di Forza Italia che ha deputati rilevanti nel territorio. Perché Agrigento è una provincia variegata, basti considerare solo Sciacca e il circondario oltre al capoluogo.
Un voto “impossibile”
Sullo sfondo di queste beghe di piccolo cabotaggio generale c’è molto altro: leggasi difficoltà ad andare al voto con una elezione di secondo livello che nessuno vuole. Ma ad una elezione bisognerà arrivare presto perché un rinvio non è più pensabile e da Roma non si procederà alla riforma complessiva degli enti locali prima del prossimo anno.
Parola ai territori
Alla luce di tutto ciò c’è già chi pensa di proporre, al tavolo di martedì, il liberi tutti. Ovvero spostare le trattative da un livello centralizzato ai livelli locali. Insomma i partiti si vedano con i loro responsabili nelle singole province ed esprimano il candidato del territorio. Una cosa da fare al più presto perché il tempo stringe ma con un limite importate: occorre trovare equilibrio fra i candidati espressi. Il rischio, infatti, è che alla fine qualcuno abbia due candidati e qualcun’altro non ne abbia nessuno
Commenta con Facebook