“Nessun candidato presidente in Sicilia aveva dei problemi. Stiamo finendo il lavoro di controllo sulle liste, non abbiamo ancora terminato. Non ci sono casi rilevabili dai certificati giudiziari che abbiano particolari problemi”.

La presidente della Commissione Parlamentare Antimafia Rosy bindi ammette che il tema degli impresentabili è quasi inesistente sul fronte giudiziario e legale. La maggior parte de problemi eventuali non risulta dai certificati penali e dunque non è rilevabile dalla Commissione.

Ma la presidente dell’ntimafia torna a parlare di responsabilità dei partiti e lancia un nuovo grande tema “Il problema vero è che in queste elezioni in Sicilia ci sono stati dei prestanome, ‘figli di’, ‘parenti di’. La responsabilità vera è delle forze politiche ma anche dagli elettori”.

La dichiarazione della presidente dell’Antimafia Rosy Bindi è stata fatta ieri sera a Cartabianca su Rai Tre, e lancia un nuovo tema di polemica: i candidati di qualcuno, che raccolgono i voti di altri che magari impresnetabili sono o potrebbero diventare.

Un tema complesso visto che la responsabilità penale è e resta assolutamente di antura personale e non può ricadere su amici e parenti. Ne va dello stato di diritto stesso. Il problema attiene al responsabilità dei partiti che possono, al loro iunterno, rifiutarsi di candidare queste persone.

Ma intanto quello che emerge è un problema ben più diretto ed evidnete: quello dei candidati e deputati arrestati o indagati subito dopo le elezioni.

Ad oggi sotto inchiesta sono in tre, due sono agli arresti. Si comincia da Messina con la vicenda di Catneo De Luca per proseguire con l’inchiesta a Palermo su Edy Tamajo e con l’arresto, ad Agrigento, del primo dei non eletti del Movimento 5 stelle Fabrizio La Gaipa. 

in queste ore, poi, sta montand anche il caso Isfordd, una inchiesta su un Ente diu Formazione che fino alla scorsa estate era guidato da un deputao eletto il 5 novembre