“Avremo una rappresentanza di esponenti “Popolari e Autonomisti” all’Assemblea Regionale Siciliana. Con ciò abbiamo smentito i sondaggisti che io definisco “sondaggisti telepatici” o “psichedelici” perché la loro consultazione sarà di tipo telepatico, dal momento che non mi è mai capitato, ne ho sentito da parte di nessuno dei miei amici, che siano stati interpellati sulle loro intenzioni di voto e questo almeno negli gli ultimi dieci anni” lo afferma l’ex presidente della Regione Siciliana e fondatore dell’Mpa, Raffaele Lombardo.

La parole di Lombardo

Continua Lombardo: “La nostra è stata una campagna difficilissima, oserei definirla underground, quasi clandestina. Niente manifesti, niente comunicazione martellante, ma fondata esclusivamente sul rapporto personale con gli elettori – continua Lombardo – Così ho fatto, dando una mano a Catania e in tutta la Sicilia al fianco di tutti i candidati che me l’hanno richiesto, così hanno fatto tutti gli altri. Siamo stati enormemente penalizzati dalla coincidenza col voto nazionale. Avremmo avuto eletti molti più rappresentanti se non ci fosse stata la ricaduta del voto nazionale sulle regionali”

Sì al reddito di cittadinanza

“Torno ad esprimermi a favore del reddito di cittadinanza o di qualunque altra forma di sostegno che consenta ai disoccupati di sopravvivere: è stato un grande regalo ai Cinque Stelle dichiarare di volerlo abolire. Vigileremo affinché il governo nazionale e quello regionale possano individuare misure in grado di offrire lavoro ai nostri giovani: a quelli che restano in Sicilia e a quelli che possono tornare da fuori; non mi riferisco solo ai professionisti, ma penso alle decine di migliaia di siciliani che lavorano nelle pizzerie e negli alberghi di Londra”.

La Sicilia al centrodestra

La Sicilia resta saldamente nelle mani del Centrodestra, che vede Renato Schifani conquistare con facilità la presidenza della Regione, mentre si apre una fase da un lato ‘scoppiettantè con il ritorno all’Ars di Cateno De Luca e dall’altra di ‘ricuciturà tra Cinque Stelle e Pd, chiamati a riprendere a Palermo il filo che si era perso dopo la rottura a Roma tra Enrico Letta e Giuseppe Conte. Il Centrodestra, al contrario, sembra ritrovare la propria compattezza, avendo raggiunto una «maggioranza qualificata» per governare.

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