Lettera di fine anno del Sunia al sindaco in cui, assieme agli auguri per le feste in arrivo, si chiede un cambio di rotta sull’emergenza casa.

“In questi 4 anni il numero delle famiglie iscritte alle liste per l’emergenza abitativa è più che raddoppiato. Abbiamo provato tante volte a dare il nostro contributo. Forse le cose sarebbero andate diversamente. Ma non è stato possibile. Abbiamo preso dolorosamente atto che l’indisponibilità al confronto e al dialogo da parte del governo della città penalizza l’amministrazione e i cittadini palermitani”. E’ quanto afferma il responsabile palermitano del Sunia di Palermo, Zaher, che segnala nella lettera di avere anche quest’anno cercato come sindacato della casa, assieme agli altri soggetti impegnati sul tema dell’emergenza abitativa, di poter dare un contributo per fare emergere tantissime situazioni e condizioni ai limiti della marginalità e del sommerso.

Numerose volte – scrive Darwish – abbiamo provato a concordare, insieme al governo della città, percorsi che ritenevamo potessero alleviare il carico economico all’amministrazione e nello stesso tempo rappresentare uno spiraglio di risoluzione alle tante problematiche, che giornalmente emergono. Dobbiamo, purtroppo, ammettere che al di sopra della nostra volontà, ciò non è stato possibile, con il conseguente risultato che in questi anni di scarso dialogo tra i soggetti che si occupano dell’emergenza casa e l’amministrazione i casi di emergenza abitativa sono nel frattempo raddoppiati anziché diminuiti. Siamo di fronte a un disagio tanto economico quanto sociale, con infiniti casi eternamente sospesi, costringendo decine di famiglie ai limiti della legalità e dell’abusivismo”.

Il Sunia ripetutamente ha suggerito di prestare maggiore attenzione alle normative nazionali e regionali, che avrebbero consentito ai cittadini di usufruire di vantaggi economici. “Purtroppo- continua Zaher Darwish – spesso leggerezza, ritardo e sordità della macchina amministrativa hanno comportato perdite di diritti che ritenevamo potessero essere acquisiti. E questo è avvenuto sul bando per la morosità incolpevole, sulle attestazioni di riconoscimento degli ERP quali alloggi sociali, come sui contributi alloggiativi, che spesso sono rimasti nelle casse comunali, perché inadeguati a dare risposte serie e concrete”.