Sono occupanti abusivi di un’immobile di proprietà del Comune. Hanno presentato richiesta di sanatoria per regolarizzare la loro posizione, con la norma approvata a maggio dall’Ars nella finanziaria 2018. Ma la loro istanza è stata respinta.
La loro è una delle circa 800 domande di sanatoria già presentate al Comune di Palermo – su una stima di 3.700 occupanti abusivi di immobili pubblici in città – da parte di famiglie interessate a regolarizzare la posizione abitativa e a pagare un canone di locazione. Si tratta di una giovane coppia con un figlio piccolo, che vive in una casa popolare in via Li Sacchi, nel quartiere Oreto.
Un caso che preoccupa il Sunia, il sindacato degli inquilini, perché potrebbero seguirne altri a breve, nel corso dell’esame delle pratiche. “Questa famiglia non ha potuto dimostrare da quanto occupa abusivamente l’abitazione. Il 90 per cento degli occupanti abusivi risulta residente da padri, madri, fratelli. Come si fa a produrre atti ufficiali per dimostrare l’inizio dell’occupazione antecedente al 31 dicembre 2017, come chiede la norma approvata all’Ars?”.
I funzionari comunali dell’assessorato al Diritto e dignità dell’abitare hanno chiesto alla coppia l’esibizione di documenti ufficiali per stabilire la data. “C’è una legge, la Renzi-Lupi, che rende questo difficile. Stabilisce infatti che chi occupa un immobile abusivamente non ha diritto dell’iscrizione all’anagrafe e non può di conseguenza avere un contratto di luce, acqua e telefono. Una legge che ostacola un’altra legge. E’ un problema che abbiamo sollevato al Comune. Ieri questa famiglia è arrivata al Sunia per capire come trovare i documenti necessari per comprovare l’inizio della loro occupazione”.
Il Sunia, fermo comunque nel suo giudizio negativo sulla sanatoria proposta dal governo Musumeci, “perché lede il diritto di migliaia di famiglie iscritte nella graduatoria delle case popolari”, ritiene che i problemi di natura burocratico- amministrativa che stanno emergendo rischiano di sospingere nell’irregolarità e nella clandestinità decine di famiglie che, fiduciose, hanno presentato istanza per la regolarizzazione della loro condizione e del loro rapporto con la pubblica amministrazione o con l’Iacp.
“Così la burocrazia si carica di ulteriore responsabilità rispetto all’aumento del disagio sociale e abitativo – aggiunge Zaher Darwish – Motivo per cui chiediamo un immediato intervento delle istituzioni a garanzia di chi si è fidato della normativa e ha espresso volontà di regolarizzare il proprio rapporto. Bisogna trovare strumenti che riportino nella legalità e nel rispetto della norma le famiglie che vogliono diventare assegnatarie a tutti gli effetti”.
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