Esclusa perché incinta, l’amministrazione non ammette prova da remoto, ma il Tar accoglie il ricorso e dispone la riconvocazione della candidata.
Il ricorso
Aveva partecipato al concorso per 110 vice ispettori tecnici di polizia e dopo, aver superato le prove, era stata ammessa all’orale. Poiché era all’ottavo mese di gravidanza con rischio di parto pretermine, e non potendosi spostare dalla Sicilia a Roma, sede della prova, aveva chiesto tramite pec di essere esaminata da remoto, spiegando anche la motivazione della richiesta.
L’amministrazione, però, non solo non ha mai dato seguito alla pec ma ha persino escluso la candidata dalla selezione poiché non presente alla data prefissata per l’orale.
“Siamo lieti che i giudici del Tar abbiano accolto il ricorso – spiegano i legali Francesco Leone, Simona Fell e Raimonda Riolo dello studio legale Leone-Fell & C. che hanno difeso la candidata siciliana – e abbiano disposto la riconvocazione della ricorrente. La gravidanza non può e non deve essere considerata un ostacolo né lavorativo né tantomeno concorsuale, ma un diritto che va tutelato e difeso”.
Donna incinta assunta
Un vero e proprio miracolo laico? Forse per qualcuno sì dopo che una donna incinta ha avuto un contratto a tempo indeterminato. La “fortunata” donna si chiama Melissa Palmieri: la 31enne ha scoperto di essere incinta durante un periodo di prova in un’azienda di Villa Santa Maria, nel Chietino, che gestisce laboratori di analisi. “Il 13 giugno andrò in maternità, felice di diventare mamma, di aver potuto conservare il mio lavoro, di lavorare con una grande azienda che dà valore alle persone, senza alcuna forma di discriminazione, e che è davvero al passo con i tempi”, ha dichiarato la donna.
Alla scadenza del contratto, come racconta lei stessa, nonostante il pancione i suoi datori di lavoro le hanno proposto, forse inaspettatamente, di rimanere in azienda a tempo indeterminato. Con un contratto che finalmente le dà quelle tutele di cui ha bisogno una giovane mamma lavoratrice
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