Il tribunale di Palermo ha condannato a sei anni e 10 mesi di reclusione, per violenza sessuale, padre Salvatore Anello.
Secondo l’accusa avrebbe molestato e palpeggiato alcune parrocchiane, che si erano rivolte a lui per chiedergli esorcismi, promettendo loro di liberarle dai problemi materiali e psicologici che vivevano.
Ad accusare il sacerdote sono state alcune vittime che hanno raccontato che padre Anello avrebbe approfittato della loro vulnerabilità per commettere atti sessuali.
Ero in uno stato di soggezione. Non ero lucida ed ero emotivamente dipendente dalla preghiera perché all’inizio mi faceva stare meglio. Mi rendevo conto che quello che faceva padre Anello non era giusto, ma non riuscivo a non andare agli appuntamenti”, ha raccontato una delle vittime agli inquirenti.
La donna ha deposto al processo in cui Anello è imputato. Il frate finì in cella insieme a un colonnello dell’esercito, Salvatore Muratore, animatore della comunità “Rinnovamento dello spirito santo” a cui vengono contestati gli stessi reati. Il militare, però, ha scelto il rito abbreviato ed è già stato condannato a sei anni e due mesi.
La teste ha ricordato come aveva iniziato a frequentare il frate Cappuccino e come, presto, il rapporto era diventato ambiguo. Il prete aveva cominciato a farle delle avances durante la preghiera e a toccarla. Stesso trattamento avrebbe riservato alla figlia minorenne della donna che aveva problemi di salute. La ragazza, insieme ad altre vittime minori, è stata sentita in incidente probatorio.
Analogo il racconto dell’altra vittima del frate sentita al processo. L’accusa in giudizio è sostenuta dalla pm Giorgia Righi. Il religioso teneva incontri di preghiera per ottenere la “guarigione e liberazione dai demoni”.
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