“Credo che ci sia bisogno di una alternativa ai partiti attualmente al governo di centrodestra. Penso che l’elettorato italiano richieda una alternativa, c’è troppo omogeneità di proposte e vedo una crisi generale dei partiti proprio per questo” così l’europarlamentare Francesca Donato  annunciando la sua adesione alla Dc Nuova, guidata in Sicilia dall’ex governatore Totò Cuffaro.

La decisione

Francesca Donato, eletta a Strasburgo nel 2019 nelle liste della Lega, aveva abbandonato il partito di Salvini nel 2021: “Ho lasciato la Lega – ricorda la deputata europea a Repubblica – per la posizione che aveva sul green pass e per il sostegno al governo Draghi. Non mi sentivo più a mio agio in un partito che in maggioranza appoggiava quelle posizioni costringendo tutti i deputati a votare in quel senso. Con la Democrazia cristiana non ho alcun diktat”.

“Ho messo in conto che molte persone non capiranno la mia scelta – dice la parlamentare europea siciliana sul suo approdo nella Dc nuova – mi dispiace perché oggi Cuffaro è il più affidabile come integrità morale: i suoi scheletri sono venuti tutti alla luce, ha ammesso gli errori e ha accettato la condanna. Oggi è una persona completamente diversa. Lui è molto amato in Sicilia perché ha delle qualità straordinarie”.

Chi è Francesca Donato

La Donato, palermitana di adozione, nel 2019 è stata nuovamente candidata nella circoscrizione insulare alle elezioni per il Parlamento Europeo, nella lista della Lega per Salvini Premier, ed eletta con 28.460 preferenze. Da oltre un decennio studia ed approfondisce i temi di economia politica ed ha maturato una posizione costruttivamente critica verso la struttura ed il funzionamento dell’Eurozona e sulle politiche europee in diversi ambiti. Al Parlamento Europeo è oggi nel gruppo non iscritti, membro della commissione Petizioni. Gran parte del suo impegno è focalizzato sull’esigenza di perseguire l’obiettivo della coesione territoriale in Europa, con particolare attenzione alle isole, ponendo “significativa attenzione a quei territori che per ragioni storiche e geografiche risultano oggi economicamente arretrati e strutturalmente svantaggiati rispetto alle regioni centrali dell’Unione”, dice.

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