L’ex calciatore e bomber del Palermo Fabrizio Miccoli è stato scarcerato. Accolto dal tribunale di sorveglianza di Venezia il ricorso del legale della calciatore cui è stato accordato l’affidamento in prova. Era detenuto dalla fine dello scorso anno a seguito della condanna definitiva a 3 anni e 3 mesi di reclusione per estorsione aggravata dal metodo mafioso.

Miccoli tornerà nel Salento

L’ex bomber torna nel Salento a dedicarsi alla sua scuola di calcio, rispettando le prescrizioni del giudice come il divieto assoluto di frequentare pregiudicati. Miccoli era finito al centro di una delicata indagine accusato di aver chiesto al figlio di Nino Lauricella, noto esponente della criminalità organizzata palermitana, la restituzione di somme di denaro ad un imprenditore per conto di un suo amico già fisioterapista del Palermo.

Una intercettazione telefonica in cui Miccoli e Lauricella offendevano la memoria di Giovanni Falcone pesò insieme al resto sulla decisione finale del giudice.

“E’ stato accolto il ricorso dal tribunale di sorveglianza di Venezia – dice l’avvocato Antonio Savoia ed è stato accordato l’affidamento in prova”.

Ad inizio marzo la richiesta di scarcerazione

Fabrizio Miccoli ad inizio marzo aveva chiesto dal carcere la libertà e il beneficio dei lavori socialmente utili. Richiesta che è stata depositata dai suoi legali presso il tribunale di sorveglianza di Rovigo.

La vicenda

Una vicenda giudiziaria controversa quella che ha visto Miccoli, bomber più prolifico della storia del Palermo, ma anche ex di Juve, Fiorentina e Benfica, condannato fin dal primo grado con rito abbreviato a 3 anni e mezzo dal gup Walter Turturici. Decisione confermata anche in Appello e ora in Cassazione.

Il pentimento e le lacrime in diretta

Per questa vicenda Miccoli ha espresso pubblico pentimento ed ha raccontato “Mi divertivo con lui, ma non sapevo fosse il figlio di un mafioso. Comunque è una persona alla quale voglio bene”, dichiarò nel corso del processo a Lauricella. La vicenda risale ormai a oltre dieci anni fa e fece scalpore anche perché nelle intercettazioni si sentono frasi ingiuriose pronunciate da Miccoli e Lauricella all’indirizzo del giudice Giovanni Falcone.