Il raggiungimento dell’età pensionabile non può essere motivo di licenziamento immediato in una società a partecipazione pubblica. Lo ha ribadito la Corte di Cassazione (sez. Lavoro Civile, sentenza n. 14799 del 30/05/2019) nel giudicare fondato il ricorso dell’ex direttore generale di Amap, l’ingegnere Guido Catalano, nei confronti della sentenza d’appello che aveva dato ragione alla società partecipata che gestisce il servizio idrico a Palermo.

La Cassazione non solo ha accolto il ricorso ma ha anche disposto un nuovo processo d’appello: la prima udienza è stata fissata per il 14 maggio 2020.

LA VICENDA GIUDIZIARIA
Il 27 novembre 2012 Amap aveva deciso di rescindere in anticipo, rispetto alla scadenza, prevista per l’anno successivo, il contratto triennale dell’allora direttore generale Guido Catalano, in passato direttore generale dell’ASP 6 e dell’ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani. La decisione del cda di Amap, in quel periodo guidato da Vincenzo Costatino, era stata motivata con il raggiungimento del limite di età. Il giudice di primo grado aveva condannato la società a pagare ulteriori nove mensilità di mancato preavviso all’ing. Catalano, il giudizio era stato poi ribaltato in appello ma la Cassazione ha chiaramente definito “non condivisibile” la tesi contenuta nella sentenza di secondo grado che dava ragione ad Amap.

LA SENTENZA DELLA CASSAZIONE
La Suprema Corte ha ricordato come la partecipazione pubblica di una società partecipata non cambi la sua natura di soggetto privato ad eccezione di motivi particolari non riscontrati dai giudici nel caso di Amap. La Cassazione, facendo riferimento ad altre cinque sentenze, ha ribadito che nel settore privato il raggiungimento dei requisiti pensionistici non comporta l’automatica interruzione del rapporto di lavoro. La sentenza d’appello, spiegano i giudici, è in contrasto con questo “condivisibile principio”. Accogliendo questo punto del ricorso, la Cassazione ha disposto un nuovo processo di secondo grado con diversa composizione.

LA RICHIESTA DI RISARCIMENTO
In una diffida inviata ad Amap, il legale dell’ing, Catalano, l’avvocato Rosario Dell’Oglio, ha sottolineato che trattandosi di un licenziamento che non rispetta la normativa in materia, il contratto da direttore generale risulterebbe automaticamente rinnovato sino al 2022 e che il suo assistito è disponibile a rientrare subito in servizio. Il legale ha inoltre presentato ricorso chiedendo come risarcimento circa un milione di euro per il periodo dal 2012 al 2016 riservandosi di chiedere in un giudizio separato le retribuzioni e le indennità accessorie dal 2016 al 2022. Ad oggi, pertanto, la richiesta di risarcimento è stimabile in circa un milione e mezzo di euro.

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