Si sono presentati di buon’ora, ‘armati’ di catene e campanacci, in corso Calatafimi, di fronte la sede dell’assessorato regionale all’Istruzione e Formazione Professionale per rivendicare attenzione e certezze sul loro futuro.

Sono gli ex lavoratori siciliani della Formazione Professionale che hanno annunciato un presidio permanente e si sono incatenati.

A spiegare i motivi della protesta è Costantino Guzzo, segretario regionale F.P. Sifus Confali.

“Siamo qua – tuona – perché siamo stanchi di sentirci raccontare sempre le favole da parte di questo assessorato, e soprattutto dall’assessore (il riferimento è a Lagalla, ndr) che ha una legge che può applicare per la continuità lavorativa di tutti noi ed invece prende la scusa che non la può applicare malgrado l’Avviso 2. Dice che non la può applicare perché ci sono i contenziosi in tribunale.
Noi dei contenziosi ne facciamo a meno, l’amministrazione regionale è tenuta ad applicare le leggi, non a guardare i contenziosi.
Tra l’altro l’amministrazione regionale ha applicato solo ‘agli unti del Signore’, questa legge. Ora, o si applica a tutti o non si applica a nessuno.
Di certo c’è una cosa: le chiacchiere sono finite, noi da qua ce ne andremo solo quando verrà applicata la legge”.

Secondo i lavoratori licenziati l’Avviso 2 avrebbe determinato poche assunzioni e non rispetterebbe i parametri del contratto di categoria. La legge alla quale si riferisce Guzzo è la legge di ricollocazione regionale n.25.
Per i lavoratori inoltre, e le parole di Guzzo lo puntualizzano, ci sarebbe stata poca trasparenza nelle assunzioni.

A portare in piazza la sua testimonianza, anche Paolo Catalano, di Castelvetrano, ex lavoratore della formazione professionale.

“Siamo stati licenziati – racconta – io sono un ex dipendente del Cefop, e siamo qui per chiedere il nostro diritto al contratto nazionale, dato che loro, questi signori politici e non, hanno tolto la dignità a noi ed alle nostre famiglie.
Io sono stato operato, ho una patologia, acuita credo anche da tutti i dispiaceri di questi anni per questa situazione.
Anche l’ex presidente Crocetta conosce la mia condizione.
Ho problemi economici grossissimi e tutt’oggi, non mi vergogno a dire che vivo con la pensione e l’aiuto di mia madre e di mia suocera. Non ritengo opportuno aggiungere altro”.

Non è la prima volta che i lavoratori della formazione professionale licenziati tornano in piazza per vedere garantiti i propri diritti. Nei mesi scorsi sono stati in presidio anche davanti l’assessorato regionale al Lavoro per chiedere il pagamento di alcune somme arretrate per il servizio svolto.

Una situazione dunque difficile quella della formazione professionale in Sicilia, nonostante le rassicurazioni e l’impegno per la ripartenza del settore dell’assessore Lagalla. Intanto domani, alla commissione Lavoro dell’Ars, si terrà l’audizione sull’Avviso 22. Sono circa 6mila i tirocinanti siciliani che hanno partecipato e che attendono ancora di essere pagati dalla Regione.

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