“Disordine normativo e crisi finanziaria degli enti intermedi sono stati alla base dell’incontro del consiglio regionale dell’AnciSicilia svoltosi ieri pomeriggio a Villa Niscemi, a Palermo. E dall’assemblea dei sindaci e degli amministratori locali emerge la minaccia di una clamorosa protesta

“Abbiamo chiesto e ottenuto il coinvolgimento dell’ANCI nazionale sulla questione delle ex pro-vince facendola diventare di rilievo nazionale” dice Leoluca Orlando, nella sua qualità di presidente di Anci-Sicilia.

“Per la parte giuridica chiediamo al Governo nazionale che venga eliminata la triennalità del bilancio in caso di mancata approvazione per il 2018 e, qualora fosse necessario, anche per il 2017, la possibilità di poter utilizzare gli avanzi di amministrazione e l’opportunità di fare impegni di spesa per investimenti anche senza bilancio approvato purché si tratti di investimenti finalizzati”.

“In considerazione del fatto che abbiamo notizie che, nei prossimi giorni, dovrebbe arrivare un accordo fra Stato e Regione per favorire la risoluzione della questione giuridica e finanziaria- conclude Orlando – evidenziamo che, per una risoluzione della condizione di emergenza finanziaria sono necessari almeno 300 milioni di euro e chiediamo che la parte normativa, vista la grave situazione istituzionale ed economica in cui versano gli enti intermedi, venga approvata con procedura d’urgenza entro il prossimo 30 aprile”.

Se le richieste avanzate dall’Assemblea non dovessero essere rispettate è pronta la protesta “In caso contrario l’AnciSicilia inviterà gli amministratori siciliani a non partecipare alla prossima competizione elettorale disertando le imminenti elezioni di secondo livello fissate per il prossimo 30 giugno”.

Già nelle ore precedenti l’Anci aveva sposato la protesta del sindaco metropolitano di Messina ribadendo proprio l’esigenza di almeno 300 milioni di euro per il funzionamento degli organi intermedi. De Luca, nei mesi scorsi, ha di fatto chiuso la Città Metropolitana di Messina e messo in ferie forzate i dipendenti annunciando licenziamenti di massa.

Le strutture intermedie sono commissariate fin dalla pasticciata riforma decisa all’inizio del governo Crocetta poi modificata quattro volte. Dalle ceneri delle ex Province sono nate 3 Città Metropolitane a Palermo, Catania e Messina, e sei Liberi consorzi nelle altre province. Le Città Metropolitane hanno un sindaco ma non un consiglio, i Liberi Consorzi solo Commissari ormai da quasi 7 anni

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