Il Comune di Palermo fa causa alla Regione Siciliana e chiede le spese per extra costi dal 2019 al 2021. Si tratta di somme che ammontano a circa 35 milioni di euro.

La notizia data in consiglio comunale

Il comune di Palermo ha citato in giudizio la Regione siciliana nel settembre 2022, chiedendo il pagamento delle spese sostenute per gli extra costi del trattamento dei rifiuti dal 2019 al 2021 per un totale di 35 milioni più Iva. La circostanza è emersa in consiglio comunale quando l’assemblea ha dato il via libera al Pef Tari.

Gli extra costi per portare i rifiuti altrove

La Rap ha sostenuto costi maggiori per portare i rifiuti a Catania e Lentini dopo la saturazione delle vasche della discarica di Bellolampo a causa della mancata consegna della settima vasca che dipende dalla Regione. La notizia è stata pubblicata dal Giornale di Sicilia e da alcuni siti d’informazione. “A ciò – si legge nell’atto scrive Palermotoday – deve aggiungersi l’inadempimento della Regione Siciliana relativo alla mancata concessione del contributo straordinario in favore del Comune di Palermo pari a 7,5 milioni, così come disposto dalla legge di Stabilità 2020-2022”.

Il danno arrecato al comune

“E evidente – si legge nell’atto – che la Regione Siciliana con la sua superiore e censurabile condotta, ha ingiustamente arrecato al Comune di Palermo grave danno e pregiudizio, consistente anche nel maggior onere economico dei costi di smaltimento dei rifiuti, sostenuti per l’avvio ad altri impianti al di fuori della discarica di Bellolampo determinati a causa della mancata definizione della consegna della settima vasca per cause esclusivamente imputabili alla Regione Siciliana”. L’udienza è fissata per il 12 settembre.

Per quest’ anno le tariffe della tassa non aumentano

Dopo il buco nell’acqua di fine dicembre, il Consiglio Comunale ha approvato il tariffario Pef Tari 2020. Diciotto i presenti al momento della votazione, con 17 consiglieri favorevoli e un solo astenuto (Giulio Tantillo). Un voto effettuato a ranghi decisamente ridotti, con tante assenze anche all’interno dell’asse giallorosso. Rimane aperta però la questione relative al contenzioso con la Curatela Amia. Risoluzione delle trattative che permetterebbe a Rap di disporre del corpo delle vecchie vasche, potendo così abbancare i rifiuti presenti all’interno del piazzale di Bellolampo. Ciò in attesa del completamento dei lavori sul primo lotto della settima vasca.

Atto emendato, evitati aumenti sulla Tari

Rispetto alle previsione originale, l’atto ha subito un emendamento a firma dei consiglieri Massimo Giaconia ed Ugo Forello. Una manovra che ha consentito di evitare un aumento delle tariffe derivato dagli extracosti sostenuti da Rap nell’annualità in questione. Una parte delle spese verrà coperta tramite il cosiddetto fondone 2020, mentre l’altra sarà assorbita dall’annualità 2022, fatto reso possibile dai minori costi operativi previsti nel Pef Tari quadriennale 22-25.

Franco Miceli, “Giusto che Musumeci si assuma sue responsabilità”

“È sacrosanto che Musumeci sia chiamato a rispondere di tutto quello che non ha fatto per risolvere la drammatica situazione dei rifiuti urbani di Palermo e, più in generale, della Sicilia”. Così il candidato sindaco dei progressisti palermitani, Franco Miceli, commenta la decisione della giunta comunale di chiamare a giudizio il governo regionale per gli extra costi che la Rap ha dovuto sostenere per inviare i rifiuti nelle discariche della Sicilia orientale.

“È importante – prosegue Franco Miceli – che si possa così eviterà di aumentare la Tari. Sarebbe stato inaccettabile scaricare sui palermitani il costo dell’inettitudine del governo regionale”.

Franco Miceli boccia infine il progetto annunciato nei giorni scorsi da Musumeci di due termovalorizzatori, uno per la Sicilia Orientale e l’altro per la Sicilia Occidentale. “Dopo cinque anni di totale inerzia – osserva Franco Miceli – Musumeci pensa di cavarsela in zona Cesarini con una proposta tanto rozza quanto improvvisata, al solo scopo di gettare fumo negli occhi. Tra l’altro, gli vorrei far osservare che Catania e Gela sono entrambe nella Sicilia orientale”.