Per le false assunzioni nei circhi, con sullo sfondo il favoreggiamento all’immigrazione clandestina, in 5 sono stati condannati con oltre 25 anni di reclusione. Così ha stabilito la corte d’assise di Palermo, secondo quanto riporta il Giornale di Sicilia, nell’ambito di un’operazione che scattò 7 anni fa con epicentro a Palermo ma che poi si allargò in diverse altre città italiane.
La condanna più alta
La pena più alta è stata inflitta al dipendente dell’assessorato regionale Vito Gambino, 61 anni. A lui sono stati inflitti 7 anni e 4 mesi di reclusione oltre ad una multa di 700 mila euro. Lui era ritenuto la mente del sistema truffaldino. Secondo gli inquirenti, l’impiegato avrebbe avuto un ruolo chiave nella truffa relativa ai lavoratori stranieri fatti entrare in Italia con finte assunzioni nei circhi. Gambino era responsabile dell’Ufficio speciale di collocamento per i lavoratori dello spettacolo, nel ruolo nella vicenda avrebbe prodotto, dietro compenso, dei finti nulla osta al lavoro per prima occupazione fondamentali per ottenere, da parte delle ambasciate, il visto d’ingresso nei confronti degli extracomunitari per l’entrata legale nel territorio nazionale.
Le altre condanne
Queste le altre condanne: Kishan Chand ha avuto 5 anni, 9 mesi in meno invece per Muhammad Bilal. Infine 4 anni a testa per Mohammed Sajedul Islam e Avtar Chand. Per i 5 condannati sono cadute alcune delle accuse che erano state formulate all’inizio del processo. Interdizione perpetua dai pubblici uffici inoltre per Vito Gambino e Chad Kishan.
L’operazione nel 2015
Nel 2015 scattò l’operazione “Golden circus” che venne portata avanti dagli agenti della squadra mobile di Palermo. L’accusa era quella di aver interrotto l’attività di un’organizzazione specializzata nel favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, aggravata dalla transnazionalità dei reati. I migranti arrivavano in Italia come artisti circensi o ballerini, per essere assunti da compagnie di circo e teatrali, ma nella maggior parte dei casi non venivano assunti realmente. L’organizzazione pare avesse un giro d’affari stimato in circa 7 milioni di euro.
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