Con lui anche i dirigenti Letizia Di Liberti e Mario Palermo

I falsi dati Covid e i “morti spalmati”, l’assessore Razza chiede giudizio immediato

A giudizio immediato l’assessore regionale Ruggero Razza e due dirigenti del dipartimento Sanità della Regione. Dovranno comparire davanti al tribunale di Palermo il prossimo 10 novembre, saltando quindi l’udienza preliminare, per rispondere dei presunti dati falsi del monitoraggio dei malati al covid19 in Sicilia. A chiedere il giudizio immediato sono stati gli stessi imputati. Secondo la strategia dei loro legali l’obiettivo è quello di chiarire subito ogni circostanza, certi dell’estraneità alle accuse loro contestate.

L’avviso di conclusione indagini

In buona sostanza si vogliono accorciare i tempi anche perché il rinvio a giudizio era ipotizzabile. Nel marzo scorso i tre indagati, oltre a Razza anche l’ex dirigente generale del dipartimento regionale per le attività sanitarie e osservatorio epidemiologico Maria Letizia Di Liberti e il direttore del servizio quattro del Dasoe, Mario Palermo, aveva ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini. Un passaggio che generalmente è il preludio alla successiva richiesta di rinvio a giudizio. In quella circostanza Razza si dimostrò ottimista: “Da una prima lettura delle contestazioni – aveva detto – sembrerebbe che le indagini abbiano consentito di accertare che non c’è mai stata una valutazione erronea sulla fascia di collocazione della nostra Regione da parte del ministero, come originariamente ipotizzato, che nessuna ‘zona rossa’ è stata rinviata e occultata”.

Le contestazioni

In totale sono sei gli indagati per falso in concorso: ai già citati tre imputati che hanno chiesto il giudizio immediato si aggiungono anche Salvatore Cusimano, dipendente dell’assessorato regionale all’Industria e nipote della Di Liberti e da lei chiamato a lavorare al suo fianco, Emilio Madonia, dipendente di una società privata che si occupava della gestione del flusso dei dati sul Covid, e Roberto Gambino, dipendente dell’Asp di Palermo e distaccato al Dasoe. Per la Di Liberti e Madonia c’è anche la contestazione di avere indotto in errore il ministero alla Salute attraverso la comunicazione di dati falsi sull’emergenza pandemica.

Leggi anche

Covid19, inchiesta dati falsi due su tre arrestati non rispondono al gip del Tribunale di Trapani

I morti “spalmati”

Quando fu pubblicata la notizia dell’apertura dell’inchiesta fece molto scalpore la frase dell’assessore Razza intercettato mentre consigliava di “spalmare” nei giorni “i dati sui morti di Covid“. L’assessore, travolto dalle polemiche, si è scusato ammettendo che era stata una “frase infelice”.

Leggi l'articolo completo