Si alza il grido pacifico di protesta per le famiglie arcobaleno, “Caro Sindaco trascriva i nomi dei bambini figli di coppie omogenitoriali”. Questa è la richiesta del comitato cittadino “esistono i diritti transpartito” che ha consegnato al Sindaco Lagalla una lettera con mille cartoline a sostegno dell’appello della piazza.  Gli attivisti si sono dati appuntamento a piazza Pretoria dove una donna, vestita da postina, ha consegnato una cassetta con mille cartoline affinché il Sindaco del capoluogo intervenga al dibattito nazionale chiedendo una legge che regolamenti la materia. La norma è attualmente osteggiata, secondo i manifestati, dalla circolare ministeriale 85/2023 che cita “l’Italia non viola gli obblighi discendenti dalla Convenzione dei diritti dell’uomo, in quanto l’ordinamento italiano riconosce la possibilità di far ricorso all’adozione in casi particolari”.

“Non è possibile che esistano famiglie e figli di serie b solo perché la coppia dei genitori è dello stesso sesso” – dichiara Alberto Mangano, copresidente comitato transpartitico “esistono i diritti“-. C’è chi inoltre, al sit-in di piazza pretoria, ha sostenuto che sarebbe più opportuno “alzare l’asticella e rivolgersi direttamente al Governo nazionale” affinché la protesta possa arrivare direttamente a Roma.

Cosa prevede la circolare 85/2023

Il comitato cittadino si è più volte appellato alla circolare 85/2023 sostenendo il proprio disappunto: “Vogliamo ottenere una norma che regolamenti questa vicenda, in molti paesi c’è  ma in Italia ancora molte persone sono private del diritto di essere genitori”. I cittadini auspicano che il Sindaco possa accogliere le loro grida di protesta affinché possa rappresentare a livello parlamentare questa volontà della città di Palermo. Facendo un passo indietro, cosa prevede la circolare 85/2023?

Secondo quanto citato dalla stessa, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha dichiarato irricevibili le richieste dell’Italia relative al rifiuto di trascrizione di atti di nascita formati all’estero con il ricorso alla pratica della gestazione per altri, al rifiuto della indicazione della madre d’intenzione del minore nato in Italia a seguito del ricorso, all’estero, alla tecnica della procreazione medicalmente assistita. A tal proposito però, la Corte di Strasburgo pur confermando la necessità del riconoscimento del rapporto minore-genitore d’intenzione, dichiara che ciascuno Stato, a propria discrezionalità, può scegliere i mezzi per raggiungere il risultato di genitore, tra i quali l’Italia riconosce quello di far ricorso all’adozione del minore.

Continua, dunque, la battaglia delle famiglie arcobaleno che, a distanza di anni, ritengono di vedere leso il loro diritto alla genitorialità dal fatto che la recente circolare, ha permesso allo Stato italiano di vietare la trascrizione dell’atto di nascita con il ricorso della gestazione per altri; sembra essere ancora ben lontano il contenimento della discriminazione verso la comunità Lgbtq+ per cui, giovani e adulti, continueranno a mostrare il proprio disaccordo attraverso iniziative come quella di qualche giorno fa a Palermo.

A palermo la campagna “sindaco trascriva” dunque punta a far si che il sindaco si avvalga della facoltà di legge che permette di trascrivere sul registro anagrafico le famiglie omogenitoriali in base al principio di ‘specificità’ della singola vicenda. Si chiede al sindaco una forzatura simile a quella fatta dal suo predecessore con i migranti. Una cosa che difficlmente l’attuale primo cittadino prenderà in considerazione alla luce dei precedenti.

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