Sembrano già finiti i tempi idilliaci di qualche settimana fa alla firma del Patto per Palermo, quando, sotto gli occhi del Premier Matteo Renzi, Orlando e Faraone cinguettavano contenti.
Parte una bordata non certo da poco dal sottosegretario all’istruzione all’indirizzo del sindaco di Palermo nel suo ruolo di Presidente di Anci Sicilia dopo le lamentele presentate prima a Alfano, poi a Crocetta e soprattutto alla stampa sui mancati trasferimenti ai comuni da parte della Regione. Mancati trasferimenti che a sua volta la Regione rigira, come responsabilità allo Stato che non ha ancora trasferito i 500 milioni promessi a Palermo
“Le prefiche pagate per piangere ai funerali hanno fatto il loro tempo – dice Faraone-. Basta con i piagnistei e le lamentazioni. Nessuno abbandona i Comuni al proprio destino. Il risanamento economico-finanziario del bilancio regionale, compiuto insieme da Stato e Regione Siciliana, va nella direzione di una maggiore stabilità: uscire da una condizione di precarietà sistemica e dare risorse agli enti locali. E lo fa in maniera strutturale, non è una soluzione tampone per pochi mesi, ma un intervento a lungo termine, per i prossimi anni. Usciamo finalmente dall’emergenza. Chi aizza le folle, per il gusto del clamore da stadio, dice il falso e lo fa in malafede”.
“Il governo nazionale – spiega Faraone – ha preso un impegno, formalizzato in Commissione paritetica Stato/Regione, e lo manterrà: alla Sicilia arriveranno i 500 milioni concordati, parte restante del miliardo e quattro per il 2016. E questi trasferimenti saranno strutturali per i prossimi anni. Con la ripartizione del fondo perequativo da parte della Regione che, di fatto, tiene conto dell’assegnazione dei 500 milioni da parte dello Stato, i Comuni possono già approntare i loro bilanci di previsione – e molti l’hanno già fatto – in attesa che a breve venga perfezionato l’accordo tra Regione e Governo attraverso una norma di legge, già all’attenzione del Consiglio dei Ministri, da sottoporre poi al Parlamento”.
“Basta, quindi, con le strumentalizzazioni. Basta – continua – con lo specialismo da strapazzo. Perché una proroga per i bilanci di previsione se la percentuale di risorse bloccate è pari al 5% – in totale 205 milioni – rispetto ai 4,5 miliardi di parte corrente assegnati ai Comuni? Perché farlo per la Sicilia quando appena qualche mese fa una richiesta simile è stata negata al resto d’Italia? Per la prima volta negli ultimi anni la Sicilia ha dato una sterzata, per la prima volta andiamo verso risorse certe e stabili, verso la possibilità di una programmazione seria e mirata. Le polemiche e i vittimismi – conclude Faraone – andrebbero messi in soffitta: fanno solo danno ai cittadini”.
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