Davide Faraone è stato “fatto fuori” dalla segreteria Pd siciliana perché diceva no alla collaborazione in Regione con il Movimento 5 Stelle. Lo dice il senatore Pd su Twitter, con un messaggio che viene rilanciato da Matteo Renzi e da altri parlamentari Dem tra cui Maria Elena Boschi. “Ecco perché mi hanno fatto fuori in Sicilia. Io dicevo No, loro mi hanno cacciato” scrive Faraone. E pubblica l’immagine di un articolo del “Giornale di Sicilia” dal titolo: “Il Pd porge la mano ai Cinque stelle”.

Una affermazione non nuova ma ribadita sin da subito, dal giorno del siluramento il 19 luglio, e rafforzata con una conferenza stampa due giorni più tardi.

A faraone risponde il segretario organizzativo del pd nazionale”Il commissariamento del partito siciliano non è politico. La commissione di garanzia si è pronunciata esclusivamente sulla procedura che ha portato alla proclamazione di Faraone segretario che è risultata palesemente viziata. Il commissario non ha nessun mandato politico per l’alleanza con i grillini o con qualsiasi altro soggetto politico. Le conclusioni della Direzione nazionale sono state chiare. Le scelte politiche locali saranno prese dai siciliani con un congresso da fare al più presto” scrive in una nota il responsabile organizzazione Pd Stefano Vaccari.

Ma le affermazioni della segretaria non cadono nel vuoto. “Il monito del responsabile dell’organizzazione appare confuso perché, pur di attaccare ancora Davide Faraone e i non allineati all’area Zingaretti, non si è accorto che a volere il dialogo con i grillini è il capogruppo all’Ars Giuseppe Lupo e gli altri zingarettiani siculi” gli  ribatte l’ex vice segretario di Faraone Antonio Rubino che annuncia “Da domani invieremo a Zingaretti la rassegna stampa quotidiana così potrà farsi un’idea di cosa fanno i suoi uomini in Sicilia”.

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