“Stanno epurando uno a uno i renziani del Pd per dimostrare ai 5S che ci sono le condizioni per un accordo. La Sicilia diventa laboratorio politico di un esperimento del genere. Mi batterò contro questa prospettiva”.

Lo ha detto l’ex segretario regionale Pd, Davide Faraone, in conferenza stampa a Palermo. Dopo l’annullamento della sua elezione a segretario Faraone si è autosospeso dal partito e adesso attacca la segreteria Zingaretti oltre che gli esponenti della corrente in Sicilia.

Il senatore palermitano fa un quadro preciso della strategia del Pd vista dal suo osservatorio. in un momento in cui la maggioranza gialloverde è in crescente scontro interno il Pd si preparerebbe a sostituire la Lega al fianco dei pentastellati tornando così al governo nonostante la sconfitta elettorale.

Una scelta politica che non può essere fatta se ci sono ancora renziani in giro e da qui l’epurazione in corso anche se questa ricostruzione deve ancora vedersela con la consistenza parlamentare della corrente che fa capo a Renzi.

Dario Franceschini sarebbe uno dei protagonisti del processo politico che dovrebbe portare a un accordo tra il Pd e il M5s “La conferma – sostiene – viene dalla sua intervista di oggi al Corriere della Sera. E’ un’operazione cinica e pericolosa contro la quale mi batterò fino alla fine. Mi hanno perfino offerto una poltrona a Roma (segreteria nazionale, ndr) ma non sono interessato. Io non mi arrendo, non faccio passi indietro”.

Quale possa essere lo sbocco del commissariamento del Pd Faraone non lo ha detto. Ha rimandato tutto alla prossima “Leopolda sicula” alla quale saranno chiamati a raccolta “tutti coloro che sono contro Di Maio e contro Salvini”. E ha aggiunto: “Il quadro politico è in pieno movimento. Ne terreno conto”.

E adesso, Davide Faraone, renziano dalla prima ora, annuncia di avere restituito la sua tessera al segretario del Pd, Nicola Zingaretti. “Mi è costato molto – ha detto durante una conferenza stampa a Palermo – perché da 27 anni rinnovavo la mia iscrizione”.

Allo stato Faraone si considera “autosospeso” non fuori dal partito. Considera la sua rimozione da segretario regionale un atto epurativo. “Lo dico – aggiunge – senza bisogno di nascondermi. Zingaretti si nasconde invece dietro un tribunale che aveva ricevuto l’ordine di cacciarmi. E lo ha fatto a maggioranza, come non era mai accaduto: evidentemente è stato riprodotto in commissione lo stesso schema delle correnti”.

Faraone ha criticato anche il momento in cui la decisione è stata presa: “Alle 16:58 ero in via d’Amelio per ricordare Paolo Borsellino e gli uomini della scorta. Alle 17:00 la commissione si riuniva per deliberare la mia cacciata”.

Poi entra anche nel merito di questa decisione considerando che non ci sono giustificazioni regolamentari per questa scelta “Io quelle primarie le ho vinte – dice – se i contendenti si ritirano perché sanno di perdere è palese che le ho vinte. Ma stiamo parlando di un partito che ormai pensa di abolirle le primarie che, invece, per me sono irrinunciabili. Un partito che si chiama democratico oggi sta subendo una evidente involuzione”.

 

“Da libera cittadina e donna imprenditrice non posso stare a guardare, inerme, l’operazione pericolosa e cinica all’interno del Partito Democratico che si è perpetrata con “l’epurazione” del senatore Davide Faraone da segretario regionale del partito.  Un’azione che non ho difficoltà a definire umanamente ‘subdola’”. Così commenta la notizia l’imprenditrice palermitana Marcella Cannariato.

“Questo partito, dunque, anziché concentrarsi a fare una seria e serrata opposizione a questo Governo, si dedica ancora una volta alle lotte interne, che minano l’unità, la serenità, la forza di coesione che un partito dovrebbe avere – sottolinea -. Ancora una volta, quindi, faccio appello all’unità delle forze davvero progressiste e democratiche, non sulla carta, che operano in questa Regione, affinchè finalmente si apra un solco sul quale costruire una corretta politica che non sia solo ‘gioco di poltrone’, ma voglia di dare risposte concrete alle persone che continuano a crederci”.

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