Grazie al Ddl Concorrenza, nella sua attuale formulazione, una sola società di capitali potrà detenere fino al 20% delle farmacie su scala regionale. Dunque, teoricamente, cinque società di capitali organizzate fra loro potrebbero rilevare il 100% delle 1.440 farmacie siciliane. Secondo indiscrezioni, nei “salotti finanziari” si starebbero già promuovendo raccolte di capitali da investire nel “business” delle farmacie non appena la norma sarà approvata. Dunque, l’assalto del capitale alle farmacie rischia di essere preceduto, almeno in Sicilia, dalla speculazione e anche dalla criminalità, che potrà trovare in questo canale un’ulteriore forma di possibile riciclaggio del denaro di provenienza illecita.
“Il ‘paletto’ del 20%, inserito dal Governo nazionale nel Ddl Concorrenza spacciandolo per ‘concessione’ a tutela della farmacia italiana, offende l’intelligenza di un’intera categoria che non merita di essere presa in giro, ma che ha diritto a più rispetto e maggiore considerazione per il ruolo che svolge all’interno del Servizio sanitario nazionale”, dichiara Roberto Tobia, presidente di Federfarma Palermo-Utifarma, condividendo le preoccupazioni di altre associazioni provinciali, anche della Sicilia.
“Agli investitori, chiunque essi siano – spiega Tobia – , basterà acquisire anche solo il 30% delle farmacie per controllare l’80% del mercato. Le farmacie in difficoltà, soprattutto in Sicilia, sono tante e costituiscono sicuramente preda ambita da tanti. Le farmacie non sono uguali fra loro, esistendo enormi differenze sociali ed economiche tra Milano e Palermo, tra una realtà cittadina ed una rurale. Negli ultimi anni il progressivo smontaggio del ‘sistema farmacia’ ha generato una crisi che stenta a fermarsi a causa di margini sempre più esigui. In moltissime situazioni siamo ormai vicini ad un punto di non ritorno. Di fatto il Ddl Concorrenza consegnerà il ‘bene farmaco’ nelle mani di chi al primo posto pone il profitto e non la difesa della salute dei cittadini”.
“Ma il successivo problema sarà a ‘chi’ sarà consegnata la farmacia italiana – incalza il presidente di Federfarma Palermo – : il Governo nazionale e quanti altri hanno voluto fortemente l’ingresso del capitale in farmacia sanno di fare un grosso regalo alle multinazionali che amano operare in situazioni di dominio del mercato che sarebbe difficile contrastare. Altro che concorrenza! Ma alla fine il Governo nazionale in realtà sta facendo un grosso regalo a chi riuscirà per primo a impossessarsi della farmacia italiana. Ecco perché il Consiglio direttivo di Fedefarma Palermo, raccogliendo le perplessità ed i fondati timori dei 329 titolari di farmacia palermitani, difende la logica della farmacia indipendente: non per mantenere l’esistente o per non aprirci al mercato, ma perché nel Ddl Concorrenza non è stata prevista alcuna vera salvaguardia per la farmacia e per la salute dei cittadini che il ‘sistema farmacia’ oggi garantisce rispetto alla logica diametralmente opposta perseguita dal capitale, che fa del profitto l’unico obiettivo da raggiungere”.
“Non diciamo nulla di nuovo! – sottolinea Roberto Tobia – Lo abbiamo già detto a chiare lettere più di un anno fa e la nostra posizione è estremamente chiara. Il Consiglio di Federfarma Palermo ha lanciato allarmi e realizzato campagne informative sui rischi, anche di infiltrazioni criminali nel settore, determinati dal Ddl Concorrenza. In tanti hanno ascoltato il nostro allarme, ma il solo ad averlo recepito è stato il Procuratore nazionale Antimafia, Franco Roberti”.
Tobia conclude con un appello: “La salvaguardia di un settore fondamentale del servizio sanitario pubblico e di un presidio di salute per i cittadini non può soccombere di fronte agli interessi del capitale, rischiando di trasformarci da professionisti eticamente responsabili di un servizio pubblico fondamentale, in addetti di una catena della distribuzione o – nella peggiore delle ipotesi, almeno in Sicilia – in servitori di speculatori finanziari o di soggetti legati al malaffare. In queste condizioni il farmaco non può essere oggetto di concorrenza! Ci aspetta una battaglia dura e difficile che il sindacato deve affrontare fornendo alla base risposte e progetti concreti dai quali dipende il futuro della Farmacia italiana e della stessa Federfarma”.
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