Tra Stato e Regioni sale la tensione sulla fase 2. A destra, come a sinistra, sono sempre di più i governatori che contestano il calendario dettato dal Premier, giudicato troppo incerto, non chiaro e con regole confuse. I governatori, giudicano inaccettabile che il Governo continui a pretendere di dettare regole valide per tutti i territori senza tenere conto dei poteri di Regioni e sindaci.

Tutte le regioni hanno adottato ordinanze autonome. Questa mattina, durante l’assemblea dei Governatori, il ministro Boccia ne ha chiesto il ritiro ma si è scontrato con il ‘no’ di Zaia, Toti e Fedriga, posizione sostenuta pure dalla Lombardia. Sulla stessa linea anche la Sicilia: i governatori hanno ribadito, in ogni caso, l’esigenza di tornare da subito ad un regime costituzionale di maggiore autonomia delle regioni.

I governatori di centro-destra starebbero anche elaborando, con alcuni affermati costituzionalisti, un documento formale da presentare al Governo e che contesta l’accentramento dei poteri.

Intanto la Calabria ha deciso di aprire Bar e ristoranti anticipando di un mese le disposizioni governative ma contrariamente a quanto avvenuto fino ad ora quando le Regione sono state più restrittive del governo, da Roma parte una diffida. una azione considerata irragionevole da tutti i governatori del centrodestra.

Dalla Sicilia Musumeci conferma l’intenzione di continuare a trattare ma dice che serve flessibilità non diffide o si rischia di mandare il Paese in rovina prima ancora di spegnere il dialogo

Alla fine in serata parte una lettera delle Regioni indirizzata non solo al Premier Conte ma anche al Presidente della repubblica Sergio Mattarella  “Pare assolutamente necessario che l’attuale struttura del Dpcm 26 aprile 2020, imperniato su regole previste rigidamente in funzione della sola tipologia di attività economica svolta e con la possibilità di adottare, nelle singole regioni, solamente misure più restrittive, venga riformata in quanto non dotata della necessaria flessibilità capace di riconoscere alle Regioni, laddove la situazione epidemiologica risulti migliorata e i modelli previsionali di contagio in sostenuta decrescita, la possibilità di applicare nei loro territori regole meno stringenti di quelle previste a livello nazionale, con una compressione delle libertà costituzionali strettamente proporzionata all’esigenza di tutela della salute collettiva” scrivono i governatori, tutti del centrodestra, di Lombardia, Piemonte, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Sicilia, Calabria, Basilicata, Abruzzo, Molise, Abruzzo, e il presidente della provincia autonoma di Trento.

La lettera oggi viene recapitata anche alle Camere e al ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia ma nonostante il tono, formale, i rapporti rischiano di non essere più gli stessi se non cambierà qualcosa di sostanziale nel decreto sulla Fase 2 e se questo non avverrà in fretta

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