La nuova legge regionale che equipara i parenti delle vittime di femminicidio a quelli delle vittime di mafia o di terrorismo e ne dispone l’assunzione nella pubblica amministrazione, di fatto non verrà applicata. Un errore nel modo in cui è formulata ne impedisce l’operativa, rende impossibile le assunzioni.

Lo sostiene il deputato regionale del Pd Mario Giambona ospite di Talk Sicilia, la trasmissione di approfondimento di BlogSicilia. C’è un errore tecnico, formale, ma che di fatto bloccherà tutto.

Si tratta del riferimento diretto al reato di femminicidio, reato che in Italia ancora non esiste.

Qualche dato: nel 2024 in Italia si sono registrati 98 femminicidi ovvero omicidi di donne avvenuti da parte di compagni, mariti, fidanzati. Delitti dovuti a conflitti di genere. Di questi 9 sono avvenuti in Sicilia. Ma nel 2025 nella nostra Isola se ne sono registrati già 4 nei primi mesi dell’anno

Nessuno potrà mai certificare il diritto del parente della vittima

“La Regione Siciliana, e non è la prima volta, propone degli interventi normativi attraverso il Parlamento ma in un modo tale da renderli inservibili. Ci sono decine, anzi centinaia di norme, che poi non trovano concreta applicazione. In questo caso l’errore è ancora più rilevante perché non stiamo parlando di una norma di secondo rango ma di una legge che ha una sua rilevanza civile offrendo la possibilità agli orfani di femminicidio di essere assunti nei ranghi dell’amministrazione regionale.

Cosa dice la norma

“Il sostegno si divide in due tronconi: la possibilità di assumere le donne che hanno subito sfregi permanenti al viso, e da questo punto di vista la norma è applicabile perché l’ipotesi di reato esiste nel codice penale, ma il numero di casi è minimo. L’altro troncone riguarda l’assunzione dei figli delle donne uccise per femminicidio, e questa seconda ipotesi è inapplicabile”.

“Chiariamo che noi, come Partito democratico, siamo favorevoli alla norma. Il tema è renderla applicabile come oggi non è”.

“La norma dice testualmente che il beneficio è riservato “agli orfani vittime di femminicidio”. Il problema è che la normativa nazionale, il codice penale, in questo momento non ha ancora introdotto il “reato di femminicidio”. Ne conseguirà che gli uffici dell’assessorato alla famiglia che da domani si troveranno ad applicare concretamente questa disposizione normativa, non essendoci ancora previsto nel nostro ordinamento il reato di femminicidio, non avranno modo di accertare che il richiedente vanti il diritto previsto dalla legge. Già lo sappiamo: gli uffici andranno in crisi perché fondamentalmente nessuno potrà rilasciare una certificazione che permetta di applicare la norma e le richieste, di conseguenza, resteranno al palo”.

Come per mafia o terrorismo

Questo percorso è stato già testato per i parenti delle vittime di mafia e in alcuni casi di terrorismo. Perché queste assunzioni possano avvenire, l’assessorato regionale chiede una certificazione che attesti che il richiedente sia parente di vittima innocente di mafia, certificazione che viene rilasciata dalla Prefettura. In questo caso la certificazione non potrà essere rilasciata da alcun soggetto non esistendo il reato

“Esattamente! Quello che ci dicono i funzionari dell’assessorato è che per portare avanti un’azione di tutela come quella prevista da questa norma è necessaria una cosa fondamentale: una sentenza nella quale si certifica che la donna è rimasta vittima di femminicidio in funzione di un preciso articolo del codice penale. Ora, il femminicidio come reato a tutt’oggi ancora non è stato introdotto. C’è, sì, una proposta di legge ma questa è ferma al Senato da tre o quattro mesi”.

“La conseguenza è c he la proposta che è stata inserita per il tramite di questo emendamento rischia di essere evanescente”.

Non possiamo illudere la gente

Allora quello che dico è che non possiamo e non dobbiamo fare propaganda in nessun caso ma a maggior ragione mai in questa fattispecie perché ci stiamo interfacciandosi con persone che hanno avuto drammi familiari, persone che hanno subìto tanta violenza e non è immaginabile creare delle aspettative che poi non abbiano alcuna concretezza”

Applicabili altre misure della norma

“Sì, sono misure che si sovrappongono ma comunque diverse. Il sostegno per i parenti è stato introdotto all’inizio dello scorso anno, non in quest’ultima manovra. E’ già stata applicata e si è dato già sostegno a tantissimi orfani in giro per la Sicilia attraverso aiuti per lo studio o comunque per la possibilità di smarcarsi rispetto a un contesto familiare che sicuramente è complicato. In questo caso stiamo parlando di una misura che è proprio prevista per questa per questa fattispecie. Lo stesso si dica per le assunzioni delle donne vittima di fregio al viso perché quel reato è già contemplato e dunque è applicabile”.

“Sulla difficoltà applicativa della nuova norma, invece, non intendo solo fare la voce critica. In queste ultime ore ho preso contatti con i nostri riferimenti a livello nazionale del Partito Democratico per sollecitare un percorso nazionale volto ad approvare nel più breve tempo possibile  l’introduzione del reato di femminicidio. Si tratta di una vicenda che non dobbiamo naturalmente esclusivamente ricondurre alla questione dell’applicabilità della legge siciliana ma si tratta di una questione ben più ampia. Oggi l’introduzione del reato di femminicidio significherebbe introdurre nel nostro ordinamento giuridico una norma di civiltà che ancora non esiste”

“Dobbiamo portare avanti tutta una serie di iniziative volte a eliminare quella che è una vera e propria piaga sociale. Perché noi abbiamo avuto 98 femminicidi nel 2024, significa uno ogni quattro giorni. Ce ne sono stati nove in Sicilia nel 2024 ma già quattro già nel 2025 nella nostra isola”.

L’intervista integrale