La figura del maresciallo dei Carabinieri Giuseppe Giangrande, ferito durante un attentato mentre in servizio davanti palazzo Chigi il 28 aprile 2013 è stata ricordata stamattina, a Monreale.

“Giangrande non è un eroe, è un esempio”  ha sottolineato rivolto agli studenti presenti in aula il Colonnello Roberto Riccardi, autore del libro “Il prezzo della fedeltà – Storia di Giuseppe Giangrande”, presentato durante la manifestazione. “Giangrande è tetraplegico, non si muove, da 4 anni rimane bloccato nel suo letto, ma parla da carabiniere, non rimpiange nessuno dei giorni in cui ha indossato la sua uniforme. Ha portato il suo senso del dovere fuori dalla Sicilia e chiede di incontrare gli studenti”.

Il libro ripercorre la vicenda del maresciallo eroe dei nostri giorni, che ha scelto di combattere tutta la vita per la legalità e che da quel 28 aprile si trova ora a combattere, con tenacia, su un ulteriore fronte, quello della riabilitazione.

“Per Giangrande – ha raccontato Vincenzo Morgante, direttore della testata giornalistica Regionale RAI – si apre un mondo tutto nuovo, in salita, ma affrontato con grande determinazione. Mi colpisce come nelle sue parole c’è sempre la gratitudine per tutti e per la vita, e come emerga l’orgoglio per avere indossato l’uniforme dei Carabinieri e di avere servito lo Stato”.

Il libro parla della grande famiglia dei Carabinieri, dei servitori dello Stato, di coloro che sono caduti. Non è dedicato solo a Giangrande ma a tutti i caduti dell’Arma.

Protagonista centrale del libro è Martina, che ha pagato e continua a pagare un prezzo alto alla fedeltà paterna. Rimasta orfana della mamma, dopo il 28 aprile ha lasciato il lavoro per dedicarsi interamente al papà.

“Venire qui a presentare il libro era doveroso – spiega Martina -. Papà tiene molto alla sua terra. La nostra vita è cambiata da quel giorno. Non mi è stato chiesto cosa volessi fare. Non ho avuto un piano B. Unica soluzione per me era accettare tutto, riprendere le nostre vite, organizzarci per dare a papà una vita dignitosa, bella. Non avrei mai potuto abbandonarlo. Ritengo sia stato mio compito farlo. Le difficoltà quotidiane sono tante. La vita è diventata tutta più complicata, a partire dalle piccole fino alle grandi cose. Un giorno forse mi riprenderò la mia vita e potrò ritrovare i miei spazi, ma al momento il mio compito è questo”.

Tra le cose più belle ad emergere dal libro è proprio il rapporto tra il padre e la figlia. Martina rappresenta la speranza della rinascita di Giuseppe, senza di lei sarebbe impossibile. Emerge l’abnegazione della figlia nei confronti del padre ma anche l’attenzione del padre nei confronti della figlia, della sua vita.

“Ti sei trasformata in mia madre – si legge tra le pagine del libro – Ma la tua vita deve andare avanti, devi avere figli tuoi”.

“E’ anche un libro di speranza – sottolinea Bianca Berlinguer, giornalista televisiva – che ci può restituire anche un po’ di fiducia. Ci consegna un’immagine di un paese dove ci sono tante persone che fanno il loro dovere”.

“L’Arma dei Carabinieri – ha ricordato il sindaco di Monreale Piero Capizzi – ha pagato un enorme prezzo nel nostro comune, con l’uccisione di suoi due ufficiali, Basile e D’Aleo. Sentiamo di avere e di dovere onorare questo debito nei confronti dell’Arma”.

L’idea di presentare il libro a Monreale si deve al Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Generale C.A Tullio Del Sette, autore della prefazione del volume, presente all’evento, che ha ricordato il forte legame personale con il maresciallo.

Del Sette ha elogiato la sinergia tra la comunità e l’Arma dei Carabinieri, condizione necessaria per moltiplicare le potenzialità e l’efficacia del lavoro svolta dall’Arma stessa: “Non possiamo pensare mai di essere sufficienti a lavorare senza la fiducia riposta dai cittadini nei confronti dei Carabinieri, nella loro affidabilità, nella loro capacità e interesse a rispondere alle richieste”.

Giangrande si trova da 4 anni immobilizzato su un letto a Prato. E’ tetraplegico. Viene assistito anche dalle crocerossine. Di lui è arrivato in aula un saluto videoregistrato: “Mi auguro di potere venire a fare una passeggiata quanto prima a Monreale”. E’ stato insignito del riconoscimento di Cavaliere di Gran Croce dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.