Nell’ambulatorio di Marina di Ravenna, un vasto caso di falsificazione di green pass è stato portato alla luce grazie a un’indagine iniziata dalla polizia locale. Il medico al centro del scandalo, Mauro Passarini, 67 anni, ginecologo e medico di base originario di Bologna ma residente da tempo a Ravenna, è stato il principale accusato in questa intricata vicenda. L’indagine ha coinvolto 226 persone, accusate di aver collaborato con Passarini nella creazione di certificazioni COVID-19 non autentiche.

Dettagli delle condanne e delle implicazioni legali

Delle 226 persone coinvolte, 24 sono state condannate con rito abbreviato, ricevendo pene che variano tra gli 8 e i 12 mesi. Altri 98 imputati sono stati rinviiati a giudizio, con il processo previsto per iniziare a fine gennaio. Diciassette persone sono state prosciolte dalle accuse, mentre il resto ha optato per patteggiare pene più lievi. Questo quadro processuale è stato delineato durante l’udienza preliminare presieduta dal Gup Andrea Galanti.

Secondo quanto emerso, le iniezioni del vaccino contro il Covid-19 a molti degli indagati, non erano state fatte oppure erano state fatte in maniera estremamente diluita.

L’accusa

Mauro Passarini, oltre ad essere implicato nel caso dei green pass falsi, aveva precedentemente patteggiato due anni per falso e peculato, quest’ultimo relativo all’appropriazione indebita di fiale di vaccino Pfizer. È stato anche accusato di evasione per aver parlato con un giornalista mentre si trovava agli arresti domiciliari. Inizialmente accusato anche di corruzione, questa imputazione è stata poi esclusa dalle autorità giudiziarie. Passarini è stato arrestato l’10 novembre 2021 e, dopo un breve periodo in carcere, è stato posto agli arresti domiciliari prima di essere rilasciato.

Coinvolgimento di altri professionisti sanitari

Tra gli imputati figurano anche alcuni infermieri e medici dell’Ausl Romagna, che si è costituita parte civile nel processo. Questi professionisti hanno prevalentemente scelto di difendersi in dibattimento, evidenziando la complessità delle dinamiche interne al sistema sanitario coinvolte in questo scandalo.

Inoltre, c’è pure Alberto Ferrero, consigliere comunale e coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, tra le persone che sono state condannate a Ravenna. Ferrero risultava fra le persone imputate che si erano rivolte al medico Passarini per una vaccinazione fasulla per ottenere il Green pass.