Salva la norma che permetterà di assumere alla Regione i figli delle vittime di femminicidio e le stesse donne sopravvissute. Il presidente Renato Schifani ha firmato col governo nazionale un accordo che eviterà l’imminente impugnativa a patto di modificare il testo originale.

L’accordo

Secondo quanto riferito, l’accordo prevede degli escamotage giuridici per aggirare i problemi di costituzionalità che Roma aveva già segnalato con una lunga nota la scorsa settimana e che, a questo punto, era considerato a rischio.  La norma che riguarda i femminicidi era quella che più aveva fatto discutere: presentata come emendamento alla Finanziaria dal deputato di Sud Chiama Nord e vice presidente della Commissione regionale antimafia, Ismaele La Vardera, era finita nel mirino perché violava un articolo della Costituzione che stabilisce pari trattamento per i cittadini italiani nelle procedure di assunzione nella pubblica amministrazione, lo stesso articolo che in passato ha bloccato altri tentativi di allargamento dei benefici previsti per le vittime della mafia anche alle vittime di stragi terroristiche ed altre categorie di parenti di vittime.

Il principio ispiratore della norma era quello di equiparare le assunzioni alla Regione dei figli delle vittime di femminicidio o delle stesse donne sopravvissute a quelle dei parenti delle vittime di mafia (già previste nell’ordinamento). Ma introdurre questo principio non era sufficiente. E dunque la soluzione concordata da Schifani prevede di far rientrare questa norma nel contesto di una manovra nazionale.

Col nuovo testo, Schifani avrà la possibilità di assumere alla Regione le vittime sopravvissute o i loro figli ma solo fino al 2025. A quel punto la norma siciliana verrà automaticamente sostituita da quella nazionale che si prevede sarà già stata approvata.

La soddisfazione di Sud Chiama Nord

“Sud Chiama Nord accoglie con grande soddisfazione l’annuncio del Presidente della Regione Schifani riguardo alla legge sul femminicidio proposta dal deputato di Sud chiama Nord Ismaele La Vardera”, si legge in un comunicato del partito di Cateno De Luca.

La legge per le vittime di femminicidio, proposta con determinazione da Sud Chiama Nord, rappresenta un passo avanti significativo nella lotta contro la violenza di genere, un fenomeno che ha un impatto devastante sulla nostra società.

Il Presidente Schifani ha dichiarato che lo Stato non impugnerà la legge, evidenziando il suo riconoscimento dell’importanza di questa normativa per affrontare il grave problema dei femminicidi.

In risposta alle indicazioni del governo nazionale, che aveva espresso la necessità di una legge-quadro di carattere nazionale su questo tema, la nostra proposta è stata oggetto di discussione e ora possiamo confermare che, con una minima modifica che verrà apportata in aula, la legge non sarà oggetto di impugnazione.

“Schifani, afferma Ismaele La Vardera, ha avuto un moto d’orgoglio. Oggi ha annunciato che la nostra legge, quella sui femminicidi non verrà impugnata. Sono soddisfatto che il presidente, dopo che gli ho scritto una nota, abbia deciso di non impugnare una norma di buon senso che quando è stata approvata tutti hanno provato ad intestarsela. Questo però è solo un primo passo, adesso bisogna davvero estenderla a tutta la nazione, e soprattutto l’assessorato alla famiglia deve fare subito”.

“Ci auguriamo, afferma Laura Castelli, presiedente di Sud chiama Nord, che questo segnale sia recepito anche dal governo nazionale e che sia portata in discussione al più presto la nostra proposta di legge che con l’On. Francesco Gallo abbiamo presentato, per applicare lo stesso meccanismo di tutela su tutto il territorio nazionale”.

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