Vale 600 milioni di euro la Finanziaria 2026 della Regione siciliana. A questa cifra si aggiungono i risparmi di gestione che valgono, all’incirca, un altro 10% e che portano la finanziaria a 660 milioni con la possibilità di un ulteriore ampliamento del plafond di spesa.
In giunta il testo base
Approda in giunta regionale di governo il testo base e si parte dalla riproposizione del south working (l’incentivo destinato alle aziende attive oltre lo Stretto per favorire il lavoro da casa e far tornare i siciliani emigrati), che era stato bocciato nella finanziaria quater. Ma non soltanto. Vengono riproposti provvedimenti come il contributo stabile all’editoria, le norme su consorzi di bonifica e contro la siccità e diverse altre cose.
L’accordo in maggioranza
Stavolta, però, i provvedimenti sono frutto di un accordo chiuso in sede di vertice di maggioranza fra tutti i partiti della coalizione. proprio in quella sede si è deciso che il fulcro della manovra saranno gli incentivi alle imprese che assumono. Il provvedimento impegnerà circa un terzo del valore complessivo della manovra. Si parla di 200 milioni di euro.
Sul fronte degli incentivi ritorna anche la super Zes, cioè l’estensione anche alle aree artigianali, ai consorzi Asi e alle zone portuali dei benefici previsti per le aziende che si trovano nelle due Zone economiche speciali siciliane individuate come tali prima che il governo meloni desse vita alla Zes Unica.
Una maggioranza tirata per la giacca
La maggioranza, però, è tirata per giacca sia dai partiti che offrono appoggio esterno come Sud Chiama Nord, che da parti sociali di estrazione palesemente di sinistra come la Cgil. Entrambe le realtà hanno presentato le loro “controfinanziarie”, proposte precise sul come spendere i soldi disponibili. Quelle di Sud Chiama Nord sono state presentate ufficialmente in un documento consegnato al governatore Renato Schifani; quelle della Cgil presentate all’opinione pubblica con una conferenza stampa. Ma a fronte, ad esempio, della proposta di stanziare 5 milioni di euro da destinare ai comuni per la lotta all’evasione fiscale, c’è il Movimento 5 stelle che contesta ogni criterio di distribuzione dei contributi proprio agli enti locali.
Nuovo vertice di maggioranza martedì
Dopo il passaggio tecnico è previsto un nuovo vertice di maggioranza già convocato per martedì 4 novembre alle 11. In quella sede la coalizione rivedrà la manovra nel suo complesso e, se necessario, aggiusterà i dettagli necessari a blindare il provvedimento prima della trasmissione all’Ars prevista per il 5 novembre.
Il percorso all’Ars
All’Ars, dunque, si parte il 5 novembre con l’assegnazione della manovra alle Commissioni di merito che dovranno analizzare la manovra fra il 6 ed il 16 novembre (con una probabile propagine lunedì 17 visto che il 16 è domenica e dunque il percorso si concluderebbe venerdì 14).
Martedì 18 novembre la manovra dovrà approdare in Commissione Bilancio. Gli accordi in maggioranza assegnano due settimane di tempo alla Commissione che dovrebbe esitare la Legge di stabilità entro venerdì 5 dicembre. Anche qui è possibile un lieve slittamento che però si cercherà di evitare anche perché il successivo lunedì è la festività dell’8 dicembre.
A sala d’Ercole la manovra dovrebbe approdare martedì 9 o, più probabilmente, mercoledì 10 per la discussione generale ma considerati i tempi per gli emendamenti d’aula (con scadenza già fissata per giovedì 11 a mezzogiorno) è, probabile che l’intera settimana spassi così per entrare nel vivo della discussione lunedì 15 dicembre
L’ottimistica previsione prevede il voto finale per giovedì 18 o venerdì 19 dicembre ma resterà comunque una settimana di margine e, ove necessario, anche qualche possibile apertura fra Natale e Capodanno. Cosa che, però, si vorrebbe evitare






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