A pochi giorni dalle celebrazioni della Giornata Mondiale della Terra, che il 22 aprile ha visto le riserve naturali protagoniste di numerosissime iniziative di divulgazione e promozione delle bellezze naturalistiche siciliane tutelate, approda all’ARS la proposta di finanziaria per l’anno 2022 che, caratterizzata da tagli fortissimi sul capitolo destinato alle aree naturali protette affidate alle associazioni ambientaliste, delinea conseguenti gravi ripercussioni sulle attività gestionali e sul trattamento economico del personale assunto.

I tagli imposti dalla Regione

A fronte dei 3,9 milioni previsti dalle convenzioni di affidamento in gestione delle riserve naturali, sembrerebbe che il Governo Regionale abbia proposto una dotazione di 3,2 milioni, riducendola del 17%, della quale, tra l’altro, sarebbe stato disposto un congelamento del 50% dei fondi che potranno essere liberati solo a seguito di un accordo tra Regione e Stato.

Scettici i sindacati

“Tutto questo a carico di un settore fortemente penalizzato in questi anni che aspetta ancora il saldo dei fondi 2019, incredibilmente non ancora erogati – afferma Mimma Calabrò Segretario generale Fist Sicilia, la federazione cislina che unisce Fisascat e Felsa – Ricordiamo infatti che nel 2019, proprio sul Capitolo 443302 destinato alla gestione e al trattamento economico del personale delle riserve naturali affidate alle associazioni ambientaliste, è stato operato un taglio di oltre il 32% e i dipendenti non hanno ancora percepito le retribuzioni dei mesi di ottobre novembre e dicembre 2019 malgrado i lavoro svolto e i risultati conseguiti in alcune tra le più belle riserve naturali siciliane”.

Tutela per il personale

“Come sindacato – spiega la sindacalista – , a tutela del personale assunto per la gestione in regime convenzionale delle riserve naturali dalle associazioni ambientaliste (come Club Alpino Italiano, W.W.F. Italia, Legambiente Sicilia, Rangers d’Italia, L.I.P.U., G.R.E., Italia Nostra) chiediamo che si intervenga con specifica previsione finalizzata a coprire le obbligazioni residue maturate nell’anno 2019 dagli enti gestori delle riserve naturali e a scongiurare il pesante taglio operato sul Capitolo per l’esercizio finanziario 2022. Siamo certi – conclude Calabrò – che sia obiettivo comune e condiviso quello della salvaguardia delle professionalità che, da anni ormai, gestiscono importanti aree di pregio naturalistico del territorio siciliano affermandosi anche come presidi di legalità sul territorio e incrementando l’offerta turistica delle aree 365 giorni l’anno”.

La protesta delle associazioni ambientaliste

Intanto le associazioni ambientaliste CAI, GRE, Italia Nostra, Legambiente, LIPU, Rangers d’Italia-Sezione Sicilia e WWF, stigmatizzano i contenuti del disegno di legge di stabilità 2022. “Se la finanziaria passasse con queste previsioni – dicono -, si avrebbe nell’immediato un taglio del 50% con una dotazione finanziaria sufficiente solo sino alla metà del mese di giugno, data oltre la quale le attività inevitabilmente si interromperebbero con il rischio concreto anche di licenziamento del personale.

Il rischio per le riserve siciliane

“Per le Associazioni Ambientaliste quanto sta accadendo è “grave e mette a rischio i risultati ottenuti in tanti anni di buona gestione, mortifica i lavoratori, espone ad un gravissimo indebitamento gli enti gestori (come avvenuto già nel 2019) e costituisce uno scenario in assoluta controtendenza con le strategie dell’Unione Europea che impongono di giungere al 30% di territorio protetto e ben gestito, con un significativo aumento del numero di parchi e riserve naturali”.

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