Si chiude l’era di Leoluca Orlando. E non soltanto perché dopo due mandati consecutivi (quattro in totale) non poteva più ricandidarsi. Le urne consegnano un risultato che boccia, di fatto, i suoi oltre a segnare una sconfitta della coalizione di centrosinistra.
Fabio Giambrone eletto per un soffio
Il segnale più forte viene dal risultato di Fabio Giambrone, il suo vice sindaco, da sempre uomo di Leoluca Orlando che lo ha fatto approdare anche al Senato in passato. Giambrone torna in Consiglio comunale ma da ultimo degli eletti nelle file del Pd dove il suo sindaco lo aveva piazzato.
Orlando scende in campo di persona ma i voti bastano appena
Solo 1534 preferenze per lui ma c’è da considerare che per Giambrone si era speso personalmente anche lo stesso Leoluca Orlando, cosa che in passato ha fatto rarissimamente. “Ti sono grato per la attenzione che vorrai dedicare alla candidatura di Fabio Giambrone al Consiglio Comunale. Fabio ha tutta la mia stima e gratitudine per quanto ha fatto e sono certo farà per la nostra città. Un abbraccio Luca Orlando” era il testo di un messaggio fatto circolare dal professore fra venerdì e sabato prima delle elezioni.
Un Giambrone è per sempre
E dire che Fabio Giambrone, a prescindere dal Consiglio comunale, resta uno degli ultimi dei Mohicani (orlandiani) con incarichi di rilievo in città a prescindere da sindaco e Consiglio comunale.
La presidenza della GH
Giambrone, infatti, risulta Presidente di “GH Palermo SpA”, società partecipata da GESAP SpA a sua volta controllata, dal Comune di Palermo, grazie al potere di nomina di quattro dei cinque amministratori in carica (anche in virtù della coincidenza fra la figura del sindaco e del sindaco metropolitano).
La società di assistenza a terra che opera all’interno dell’aeroporto Falcone e Borsellino, secondo il certificato camerale aggiornato al giorno 8 giugno, ovvero il mercoledì precedente le elezioni, conta oltre 300 dipendenti cui si aggiungono diverse decine di lavoratori stagionali assunti in questo periodo.
Etica e opportunità
Opportuno sarebbe stato che il candidato Giambrone lasciasse quella poltrona durante la campagna elettorale per sgomberare il campo da qualsiasi valutazione di natura etico-politica da parte dei suoi avversari.
Certamente Giambrone così come il suo sindaco Leoluca Orlando, non hanno mai approfittato di tutto ciò a fini elettorali, ed il risultato lo conferma se mai ce ne fosse stato bisogno, ma per chi professa etica e trasparenza forse, ancorché pienamente legittima, non è stata una scelta azzeccata.
Alla fine, però, qualcuno in più che deve dire “Grazie, Leoluca” c’è, anche se non ha ricevuto alcuna tessera preziosa del “Mosaico di Palermo”.
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