“C’è bisogno di una legge regionale che riordini il sistema degli uffici tecnici preposti al varo dei progetti esecutivi. Sennò le opere in Sicilia non decollano. E dallo stallo non usciamo”. A dirlo Mimmo Milazzo, segretario della Cisl Sicilia, che sul tema si è soffermato stamani, con riferimento alla visita in corso negli uffici regionali degli esperti spediti da Roma per controllare la misura e il modo in cui l’Isola spende i fondi Ue. E in occasione dei lavori, svoltisi oggi a Palermo, del vertice regionale del sindacato. Che sul tema della lentezza della spesa pubblica, ha puntato i riflettori. Segnalando che “il Fondo sociale europeo mette a disposizione dell’Isola più di 820 milioni. Il Fondo europeo di sviluppo regionale, oltre 4,5 miliardi”.
Ma del primo, la spesa impegnata è pari al 17%, quella certificata, cioè effettiva, ad appena il 3%; sull’altro gli impegni di spesa ammontano al 67% ma quella realmente erogata, è pari a zero. Insomma una débâcle, che fa il paio con l’altro dato, sul Patto per il Sud: quasi 5,8 miliardi per la Sicilia di cui impegnato il 40% ma speso effettivamente, ad oggi, nulla. Per la Cisl, “è certo un problema di procedure e organizzazione degli uffici regionali, che fin qui non hanno palesemente funzionato. Meglio, hanno funzionato poco e male”.
Ma c’è l’altra faccia della medaglia: “gli uffici tecnici di Comuni, Liberi consorzi, Città metropolitane”. Perché “se questi uffici non sono in grado di licenziare progetti esecutivi, se anche sono disponibili montagne di risorse, opere non se ne faranno mai”.
Ecco perché, secondo la Cisl, vanno rimossi gli ostacoli che frenano l’avvio dei cantieri. E serve una legge regionale che stabilisca come devono essere composti gli uffici tecnici per grandi e piccoli centri dell’Isola. Che figure professionali devono avere, quanti ingegneri, quanti architetti, quanti geometri in relazione al territorio e alla popolazione. Come devono funzionare e cosa devono fare per evitare l’impasse.
“Al presidente Musumeci e al suo governo per un verso, all’Ars e al presidente Miccichè per un altro, chiediamo – le parole di Milazzo – di mettere in agenda questa riforma perché sia discussa e approvata, ci auguriamo, entro la fine di quest’anno. Sennò dallo stallo non usciamo”.