Per arginare il rischio disimpegno e annessa restituzione all’Ue dei fondi del Po Fesr della programmazione 2014-2020 destinati alle imprese siciliane sotto forma di aiuti economici in regime de minimis, il Movimento 5 stelle chiede al Governo siciliano di modificare i sistemi di controllo sullo stato di avanzamento della spesa.

Con una mozione, presentata dalla deputata regionale del M5S Angela Foti, infatti, il gruppo parlamentare accende i riflettori sulla necessità di rendere più efficienti le modalità di svolgimento delle verifiche. Per il M5S occorre procedere all’immediata pubblicazione dei bandi per consentire alle aziende di poter accedere alle risorse della programmazione 2014-2020, ricordando che termina tra due anni.

“L’economia della Sicilia sebbene timidi segnali di ripresa – dice la deputata regionale del M5S Angela Foti – arranca, le aziende chiudono e in molti casi sono costrette a farlo perché hanno difficoltà oggettive di accesso al credito. Non solo quando non riescono ad accedere ai canali ordinari di finanziamento spesso si rivolgono agli usurai. Le risorse comunitarie destinate alla Sicilia, che è bene fin d’ora ricordare resterà nel novero delle regioni ad Obiettivo 1 fino al 2020, rappresentano un’opportunità di crescita e sviluppo che l’Isola non può più permettersi di perdere”. “La normativa – spiega la deputata – prevede che le verifiche sullo stato di avanzamento dei cronoprogrammi per l’erogazione degli aiuti in regime de minimis (ossia quelli che non configurano aiuti di Stato alle imprese, che sono vietati dall’Ue) vengano svolti entro 12 mesi. Sono passati quattro anni dall’avvio della programmazione, ma in Sicilia avviene che non solo molti bandi sono stati pubblicati di recente, altri, cosa ancor più scandalosa, non sono ancora partiti e questo significa che i controlli non partiranno prima della seconda metà del 2019”.

“Con questa mozione – aggiunge – chiediamo di ridurre la tempistica prevista, con controlli a sei mesi dall’erogazione degli aiuti. In questo modo si conseguirebbe un duplice obiettivo: non incorrere nel rischio di una mancata certificazione della spesa sostenuta e migliorare la qualità stessa della spesa, evitando il disimpegno con l’annessa restituzione delle somme comunitarie destinati alla Sicilia all’Ue, consentendo magari ad altre aziende di accedere”.

“Già i governi Cuffaro, Lombardo e Crocetta non hanno saputo cogliere l’importanza della qualità della spesa e hanno contribuito a restituire miliardi di euro all’Ue – conclude la parlamentare – Se Musumeci non vuole ripetere gli errori dei Governi che l’hanno preceduto, modifichi il sistema dei controlli riducendo i tempi delle verifiche a 6 mesi”.