“Sono felice dell’impegno di +Europa a sostegno di Caterina Chinnici, in corsa per la presidenza della Regione Siciliana. La sua candidatura, vista la storia personale e politica, ma anche per il criterio di composizione delle liste, avrebbe molto da dire anche a livello nazionale.
La composizione delle liste, specie se bloccate, come per le nazionali, conferisce ai dirigenti dei partiti una grande responsabilità, anche in termini di qualità del consenso che ci si propone di raccogliere, interpretare e rappresentare. La composizione delle liste elettorali è uno dei tasselli fondamentali per contrastare la criminalità organizzate e la corruzione ma anche garantire un sano progresso sociale, economico, civico e democratico del nostro Paese”. A dichiararlo è Ugo Forello, candidato al Senato con +Europa.
Le parole di Forello
“Nell’affrontare questo argomento – spiega Forello – spesso non si mette a fuoco il ruolo fondamentale dei c.d. colletti bianchi. Ad esempio, la relazione della DNA del 2016, traccia il profilo criminale del facilitatore: ‘La peculiare funzione del facilitatore è quella di fare incrociare la domanda di tangenti ed utilità varie proveniente dal ceto politico – amministrativo disponibile, con quella di appalti, gestione di servizi, incarichi di ogni tipo, proveniente del ceto imprenditoriale, spesso mafioso’. Il facilitare, quindi, è il tramite che individua le risorse finanziarie necessarie per la realizzazione di un’opera o di un servizio e/o si occupa di indirizzare le procedure di gara verso le aziende legate ai clan mafiosi”.
“Tali pratiche si sono diffuse all’interno del sistema delle autonomie locali e regionali in cui si concentrano gli interessi delle organizzazioni criminali, come evidenziato dalle indagini giudiziarie. Dal punto di vista del contrasto alla criminalità organizzata, però – evidenzia Forello – il mondo dell’antimafia sta attraversando una crisi senza precedenti, con divisioni che sanno molto di giochi di potere. Spesso l’antimafia è stata strumentalizzata per finalità personali. Tutto ciò è triste, l’antimafia deve tornare ad essere patrimonio di tutti, fonte di unione e non di divisione, il minimo comune denominatore di chi vuole fare politica. Un codice di comportamento del politico e, in particolare modo, del politico siciliano che è impermeabile al sistema clientelare di cui la mafia si nutre”.
“A politici o collaboratori di politici, che hanno scontato la loro pena e il diritto di tornare a vivere la loro vita, contesto la valutazione politico-morale del silenzio manifestato con riferimento alle vicende che li hanno riguardati. L’omertà è il dato politico rilevante. E non è possibile non rendersi conto di tutto ciò”.
Sconfiggere le mafie
“Infine – afferma Forello – per sconfiggere le mafie è necessario fare leva sull’antimafia sociale che deve avere come obiettivi il contrasto alla povertà educativa e la dispersione scolastica. Secondo l’ultimo rapporto di Save The Children, in Italia la dispersione scolastica è al 12,7%, tra la più elevata in Europa. Peggio solo Romania (15,3%) e Spagna (13,3%), mente la Sicilia è al 21,1%. Anche per la spesa per l’istruzione siamo fuori dai primi 40 paesi del mondo ad appena il 4% del PIL (Norvegia è al 7,9 %). Il nostro Paese non ha solo bisogno del reddito di cittadinanza ma, anche e soprattutto, di un’educazione, una cultura di cittadinanza. Ovviamente non si può prescindere dalle politiche di contrasto alla povertà e dalla promozione di politiche occupazionali da incardinare in quelle per la transazione ecologica e la giustizia ambientale”.
“La politica – conclude Forello – deve assumersi il ruolo e la responsabilità di governare un processo capace di misurarsi con qualcosa di molto complesso che, quindi, richiede un approccio interdisciplinare, che coinvolga le comunità locali, i movimenti, la scuola, l’università, l’opinione pubblica, le pubbliche amministrazioni, gli intellettuali, il mondo della finanza e i rappresentanti degli imprenditori e dei lavoratori”.
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