In occasione della 25esima Conferenza Onu sul Cambiamento climatico che si terrà a Madrid dal 2 al 13 dicembre, oggi in tutto il mondo si torna in piazza per ribadire ancora una volta l’urgenza e la necessità sempre più pressante di prendere delle soluzioni drastiche per salvare il pianeta e il futuro.
A Palermo, la manifestazione per il quarto sciopero globale per il Clima, vede anche la presenza forte e determinata degli studenti delle scuole che aderiscono a “Si Resti, Arrinesci”, movimento nato per portare avanti una campagna regionale finalizzata a fermare l’emigrazione giovanile forzata dalla Sicilia.
“Proteggiamo la nostra terra- Si Resti, Arrinesci” è il messaggio che campeggia sullo striscione, la frase simbolo dei giovani che portano avanti la campagna.
La volontà è, dunque, quella di agire in questa giornata globale traducendo sul piano territoriale quelle che sono le istanze relative alla difesa dell’ambiente e della salute, portando sotto le luci dei riflettori le criticità in cui versa la Sicilia.
Difendere l’ecosistema planetario a partire dalla difesa delle risorse naturali della nostra isola; difendere il futuro dell’umanità intera a partire dalla salute della popolazione che vive in Sicilia.
“Come studenti di Si Resti, Arrinesci abbiamo deciso di portare al Friday for future di Palermo un tema per noi importante che si inserisce, con assoluta coerenza e con tutta la sua specificità, in quello che è il quadro generale della crisi climatica. Il modello di sviluppo portato avanti sinora dalle politiche locali e regionali, con lo sfruttamento sconsiderato e capitalista delle risorse naturali, ha provocato devastazione ambientale, danni alla salute degli abitanti e, alla fine dei giochi, il costante spopolamento. Dalla nostra terra si fugge perché manca lavoro, perché mancano i servizi, perché tutto ciò che abbiamo intorno ci parla di abbandono e disattenzione da parte di chi ci governa” afferma Andrea De Pasquale, rappresentante del liceo Benedetto Croce e parte attiva della campagna Si Resti, Arrinesci.
“Pensando all’ecosostenibilità del pianeta non posso non pensare al tasso di inquinamento presente nei nostri mari e nell’aria che respiriamo, a come viene affrontata l’annosa questione dello smaltimento dei rifiuti e a come i luoghi di casa mia vengano martoriati e impoveriti. Le trivelle, il muos, le discariche a cielo aperto e gli inceneritori riducono al minimo la qualità della vita degli abitanti, mettono a rischio la nostra salute e prosciugano le risorse ambientali. Affinché io possa avere la possibilità di vivere a casa mia, come minimo necessito che l’aria che respiro sia salubre e l’acqua che bevo non inquinata! Cosa che il modello di sviluppo sinora portato avanti non garantisce! Chi ci governa ha il dovere di tutelare la nostra salute e di vigilare su essa. Come più volte ribadito la nostra campagna punta a far smuovere qualcosa all’interno dei palazzi istituzionali ed elaborare proposte per un cambio culturale, economico e sociale. Ecco, l’elaborazione di un modello di sviluppo virtuoso per la Sicilia deve necessariamente partire dalla sua difesa e protezione; e tale processo deve vedere noi che vi abitiamo come i veri protagonisti. E’ per questo che siamo scesi in campo. Prendersi cura dei nostri luoghi significa prendersi cura di noi stessi e salvare la nostra isola dall’abbandono e dall’indifferenza, proprio per questo domani insieme a tanti altri parteciperemo alla Giornata regionale di cura dei territori siciliani e prenderemo parte alla riqualifica della foce del fiume Oreto, un luogo simbolo della nostra città” afferma Ludovica Di Prima, rappresentante del liceo Umberto I e parte attiva della campagna Si Resti Arrinesci.
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