Lo sgomento, il silenzio, gli applausi e tanta commozione. Amici, parenti o semplici conoscenti hanno dato l’ultimo saluto Michelangelo Aruta (22 anni) e Simone Glorioso (17 morti), deceduti in seguito al tragico schianto avvenuto in viale Lazio nella notte fra il 23 e il 24 dicembre. I funerali, svolti in due sedi diverse, si sono svolti intorno alle 9. I familiari di Aruta hanno scelto la chiesa di San Francesco di Paola, in centro città, mentre quelli di Simone Glorioso sono stati celebrati nella chiesa di Santissima Maria di Pompei via Papa Giovanni XXIII, nel quartiere di Bonagia.

L’ultimo saluto a Michelangelo e Simone

In entrambi i casi, in centinaia si sono radunati alle esequie. Le due bare bianche sono state trasportate fra le strade città in un breve corteo funebre. A salutare i ragazzi il lungo e scrosciante applauso della folla presente, con dei palloncini bianchi ad elevarsi in aria per dargli l’ultimo saluto. Due vite distrutte, due famiglie rimaste inevitabilmente segnate per sempre dal tragico evento. Aruta sarebbe dovuto partire a breve per la Germania. Per Glorioso invece si configurava davanti una potenziale carriera di alto livello nel mondo del pugilato. In tanti esponenti del mondo dei guanti gentili che hanno presenziato questa mattina alle esequie del ragazzo. Voci raccolte qualche giorno fa ai microfoni di SportWebSicilia.

“Era un talento – ha commentato il suo allenatore Paolo Di Stefano -. Aveva cominciato fin da piccolo a Bonagia con suo fratello più grande. Doveva crescere ma aveva tutte le carte in regola per diventare forte. Voleva la rivincita dei campionati italiani svolti a Copertino (in provincia di Lecce) e mi diceva che lo avrebbe battuto”. C’è chi poi lo ha visto combattere sul ring, come il tecnico Salvatore Tranchina. Ricordo quanto fatto l’estate del 2022 quando partimmo assieme per i campionati italiani. Siamo tornati con i rispettivi titoli: Crucillà nei 48 kg e lui nei 54 kg. Una tragedia immane”.

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