I giudici della Corte dei Conti hanno condannato i dipendenti del Comune di Misilmeri licenziati per assenteismo a risarcire l’ente per il danno di immagine subito. La sezione giurisdizionale contabile ha accolto le richieste della procura: Salvatore Aiena 8.646 euro, Giovanna Calandrino 6.984 euro, Filippa Di Pisa 7.992 euro, Rosalia Romano 5.100 euro, Enrico Venturini 8.364 euro.

L’inchiesta penale è stata condotta dai carabinieri e coordinata dalla procura di Termini Imerese. Ai giudici contabili è arrivato il procedimento di sospensione emesso dall’amministrazione comunale e le carte del processo sui furbetti del cartellino.

Per i giudici contabili di via Cordova, presieduti da Guido Carlino, anche se il processo penale è ancora in corso “appaiono sufficienti le immagini degli ingressi monitorati, poiché la circostanza della mancata videosorveglianza di tutti gli ingressi – si legge nella sentenza – non mette in dubbio le immagini del personale, che rientra con buste della spesa in mano, ripreso agli ingressi videosorvegliati, o che timbra per altri colleghi usando il loro badge, a volte anche lasciato sulla macchinetta”.

A luglio dell’anno scorso sono stati licenziati. Nelle memorie difensive gli impiegati comunali hanno cercato di difendersi affermando che tornavano a casa per prendere le medicine o si allontanavano per svolgere attività esterna prevista nelle loro mansioni.

Ma per i giudici giustificazioni che non reggono “Non si spiegherebbe il loro rientrare in ufficio a volte con sacchetti di plastica, ovvero con tipiche buste della spesa. In altri termini, stare fuori sede per servizio significa starvi lo stretto necessario per svolgere il proprio servizio e non anche adempimenti extra lavorativi”. La sentenza di condanna non è definitiva. I dipendenti possono fare ricorso in appello.

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