La base operativa era il quartiere Brancaccio di Palermo. Da qui i componenti di una banda sarebbero partiti per rubare auto e moto e in mezza provincia.
I carabinieri della compagnia di Misilmeri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Termini Imerese nei confronti di 10 palermitani del quartiere Brancaccio accusati a vario titolo di associazione per delinquere nel commettere furti, rapine, ricettazione, riciclaggio ed estorsione con il metodo del cavallo di ritorno. Due sono finiti in carcere, cinque ai domiciliari e tre con l’obbligo di presentazione alla Pg.
Ecco gli arrestati nell’operazione dei carabinieri di Misilmeri. In carcere Francesco Macaluso, 48 anni e Giuseppe Lucchese, 21 anni, ai domiciliari Alessandro D’Angelo, 21 anni, Giovanni Alfano, 22 anni, Emanuele Macaluso, 27 anni, Giuseppe Corrao, 22 anni, Margherita Scarpisi. 45 anni.
Le indagini dell’operazione sono iniziate a febbraio e luglio del 2019. Obiettivo principale della banda era il furto di auto, motocicli, ciclomotori che venivano poi utilizzati per furti o rapine. O ancora smontare i mezzi e rivenderne i pezzi per ricambi o infine richiedere soldi per restituire il furgone, l’auto o la moto rubate.
La banda utilizzava mezzi rubati per compiere i reati e i componenti dell’organizzazione agivano sempre a volto coperto, con fascia collo o felpe con cappucci per non essere riconosciuti nei filmati ripresi dai sistemi di videosorveglianza nel territorio. Secondo quanto accertato dai carabinieri sono stati individuati i vertici e i gregari dell’associazione, che operavano nella provincia di Palermo e sono stati recuperati numerosi veicoli e restituirli ai legittimi proprietari.
Sarebbero stati accertati oltre 20 episodi di furto commessi nei comuni di Bolognetta, Misilmeri, Marineo, San Giuseppe Jato, Belmonte Mezzagno, Ficarazzi, Bagheria e Monreale, le successive ricettazioni dei proventi, nonché una rapina, due tentate estorsioni ed un episodio accertato di estorsione con il metodo del “cavallo di ritorno”.