Furto nello coiffeur Marchese di via Principe di Paternò, a Palermo. I ladri hanno scassinato la porta d’ingresso e si sono portati via computer, prodotti di bellezza, pochi contanti, attrezzature, profumi per l’ambiente e per il corpo. Il colpo è avvenuto nel corso della notte nel negozio. I dipendenti e il titolare non appena arrivati questa mattina hanno trovato l’amara sorpresa.

Tutto a soqquadro

Era tutto a soqquadro e i malviventi hanno portato via anche circa 100 euro lasciati nel cassetto. Il proprietario ha chiamato i poliziotti e denunciato il furto. Il locale non è dotato di telecamere di sicurezza. Gli agenti di polizia hanno acquisito le immagini di sorveglianza di alcuni negozi vicini. Si stanno quantificando i danni. L’esercizio commerciale già un anno fa è stata vittima di un furto simile.

Escalation di furti

Negli ultimi due mesi, infatti, in città si è assistito svariati furti che hanno visto protagonisti, loro malgrado, una grande varietà di attività economiche come tabaccherie, gioiellerie, negozi di ottica e anche le cabine di noi stabilimento balneare. Andando ancor più indietro nel tempo, solo nel mese di aprile sono stati realizzati 3 furti con spaccata a danni di alcune gioiellerie.

Di mira anche associazione di volontariato

La sede dell’Aism di Palermo, Associazione Italiana Sclerosi Multipla, è stata oggetto di un raid qualche notte fa. I locali, che si trovano in via Spina Santa a Partanna Mondello sono stati ‘visitati’ dai ladri nella serata di martedì scorso. A darne notizia è stata la stessa associazione con un post su Facebook. Pubblicata anche una foto che mostra come tutto sia stato messo a soqquadro. “Siamo amareggiati, e siamo sconfortati, e siamo anche arrabbiati – scrivono sui social -. Ma ci siamo, sempre, e ci saremo per tutte le persone con sclerosi multipla. Per la seconda volta in pochi mesi abbiamo ricevuto la visita dei ladri. Tra i due furti anche quello dell’autovettura poi ritrovata. Hanno messo a soqquadro la sede, portando via un telefono cellulare, per noi strumento di lavoro, e gli spiccioli della macchinetta del caffè. Per la seconda volta in pochi mesi hanno invaso la privacy dei volontari e dei soci della nostra sezione provinciale”.

 

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