Curosità per un Gabbiano con un “pesce” tra le zampe, osservato stamani al Foro Italico di Palermo.  Un comportamento insolito visto che i Gabbiani non hanno questa abitudine tipica, invece, degli uccelli rapaci. E’ la stessa forma delle zampe ad impedire di potere tenere una quasiasi preda.

I pesciolini, infatti, vengono presi e tenuti dal becco per essere poco dopo  ingoiati, sani. L’animale, pertanto, non ha alcuna esigenza di trasportare altrove una preda da sminuzzare  e mangiare con calma. Il Gabbiano del Foro Italico, inoltre, oltre a tenere il “pesce” per le zampe, volava molto male. Un occhio più attento ha così messo in evidenza cosa stava succedendo. Il “pesce”, infatti, mostrava variopinti riflessi metallici, non certo adatti per un animale marino. Una foto scattata dal cellulare di una preoccupata signora ha poi definitivamente svelato il “mistero”.

Attorno alla zampa del povero animale, era infatti attorcigliata una lenza da pesca. Il “pesce”, altro non era che un’esca artificiale. Abbandonata nella riva da una pescatore incauto deve essere stata scambiata per un vero pesce da prelevare. Il Gabbiano, si era così portato appresso sia l’esca artificiale che la lenza, ormai attorcigliata tra le zampe.

Era uno spettacolo molto triste – riferisce l’autrice della foto – Quel povero animale volava con una zampa abbassata e non riusciva a tenere un assetto di volo corretto. A mio avviso cercava di posarsi a terra ma con quella esca  pendente sembrava mostrare serie difficioltà a regolarsi. Forse doveva avere l’amo conficcato da qualche parte del corpo. Dopo diversi tentativi, è tornato in mare, dirigendosi verso Romagnolo“.

In genere casi come questi evolvono con ferite via via sempre più profonde tali da rendere l’animale prima inadatto alla pesca e poi afflitto da patologie di natura infettiva. Più volte gli ambientalisti hanno sollevato i problemi casuati  dai pescatori incauti. Ami infilzati nel becco e lenze avvolte nelle zampe o sulle ali, portano l’animale verso una agonia lenta e dolorosa.

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