“Lo conoscevamo di vista, uno con cento collane d’oro al collo e la barba lunga non passa inosservato. Ha puntato la pistola alla tempia di mio fratello e lo ha ucciso senza motivo.
Io l’ho inseguito, lui ha tirato una bottiglia contro mia cognata Desirée, la fidanzata di Paolo. Io, inseguendolo, ho cercato di tirargliene un’altra. Poi da lontano lui ha puntato la pistola anche contro di me e sono scappata verso il locale”.
Cosi Sofia Taormina, sorella di Paolo, il 21enne ucciso sabato notte a Palermo.
Sofia ha lo sguardo perso nel vuoto. Tanti i silenzi, poche parole riesce a scandire tra le lacrime, attorniata dalle amiche più care.
“Paolo era un grande lavoratore, un ragazzo sincero, dedito alla famiglia. Era troppo malato di me, nel senso che aveva un carattere protettivo nei miei confronti e ci volevamo bene da morire” afferma.




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