Cosa c’è veramente nelle carte della procura relative all’inchiesta che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati del Presidente dell’Ars Gaetano Galvagno con l’accusa di corruzione? e’ la domanda che si pone tutta la politica siciliana. A parte i risvolti politici dell’ennesima inchiesta che coinvolge un esponente di Fratelli d’Italia, la procura resta in silenzio e le notizie circolate fino ad ora sembrano davvero troppo poco perché la magistratura decida di fare un passo come questo.

Da Cannes alle “mancette”

Tutto avrebbe avuto origine dallo scandalo della mostra fotografica della Regione a Cannes. un progetto da poco meno di 4 milioni di euro stoppato dopo essere finito sulle pagine dei giornali. Ma da Sicilia donne e cinema la mostra milionaria con incarico dato ad una società in Lussemburgo, l’inchiesta aperta e poi richiusa proprio per effetto dello stop, avrebbe aperto, invece, il vaso di pandora. La magistratura avrebbe iniziato a indagare sui contributi del programma SeeSicily e poi, dai meandri dell’assessorato turismo, sarebbe passata alle leggi mancia fatte per due anni dall’Ars distribuendo contributi in finanziaria in base alle indicazioni dei deputati.

Le improbabili utilità

La corruzione di Galvagno sarebbe in un’auto fornita a Milano dall’imprenditore palermitano Tommaso Dragotto al Presidente rimasto a piedi. nei biglietti per eventi e spettacoli omaggiati dall’impresario Nuccio La ferlita, nelle consulenze date a due suoi collaboratori: lavori fatturati ma fittizi secondo i magistrati per far girare i soldi a fronte di contributi per 300 mila euro.

Che il giovane astro nascente della politica siciliana abbia potuto commettere simili sciocchezze a fronte di vere e proprie inezie appare incredibile. Tutte le personalità ricevono biglietti omaggio. Chiunque avrebbe offerto una soluzione al Presidente dell’Ars rimasto a piedi a Milano. E’ abbastanza credibile che si sia trattato, come dice Galvagno, di gesti di pura cortesia. E riguardo alle consulenze, agli incarichi ai suoi collaboratori la Fondazione Dragotto nega perfino di averli mai conferiti. Ma anche se fosse come si dimostra che tali lavori non siano mai stai effettuati realmente?

Il vulnus delle intercettazioni

Cose indimostrabili a meno che non ci siano intercettazioni telefoniche ed ambientali palesi. E se intercettazioni ci sono cos’altro c’è in quei nastri, questa la domanda principe che si pongono tutti in Sicilia.

Un fatto, che innervosisce alcuni esponenti di Fratelli d’Italia, resta il silenzio di Giorgia Meloni, di Ignazio La Russa, e perfino del commissario di FdI in sicilia Luca Sbardella