Dopo i devastanti incendi che hanno colpito Palermo, la discarica di Bellolampo e il circondario di montagne e boschi, le parole di Gioacchino Genchi, ex dirigente chimico tutela da inquinamento atmosferico e sicurezza alimentare della Regione Sicilia ci hanno colpito ed abbiamo così ritenuto di rilanciarle a favore dei nostri lettori, anche con il video, realizzato e concesso gentilmente da Enrico Montalbano, che qui riportiamo. Secondo l’esperto  mancano dati precisi sul livello di inquinamento da diossine ed è  scarso il monitoraggio fino adesso posto in essere. Le responsabilità sarebbero delle Istituzioni, Regione e Comune, e della scarsa informazione fornita ai cittadini. Noi per parte nostra, riportiamo di seguito anche la trascrizione sintetica di quanto riportato nel video di Genchi che ringraziamo per la cortese concessione.

Il 24 luglio scorso. Tutti noi palermitani siamo stati testimoni del fatto che si sono sviluppate una serie di incendi, partiti dalla zona di Monreale, poi San Martino e poi vicino a Baida e poi contemporaneamente anche dall’altra parte del versante su Altofonte e via via fino ad arrivare alla zona di Bellolampo. E poi ancora  addirittura poi verso l’aeroporto.

In pratica si è trattato un un remake, per certi versi, di quanto accaduto il 29 luglio del 2012, quindi quasi esattamente undici anni fa. Soltanto che allora l’incendio interessò soltanto la discarica di Bellolampo, mentre adesso abbiamo avuto  una estensione notevolmente superiore, compreso anche la discarica.

Intanto la discarica di Bellolampo, nonostante le raccomandazioni o le rassicurazioni, che i roghi e i focolai siano stati spenti, continua a fumare ed oggi ci troviamo  con un solo campionamento fatto in località Inserra per quanto riguarda le diossine. Dopodiché abbiamo notizie vaghe su quanto si stia facendo  in base a un’ordinanza fatta dal sindaco di Palermo che circoscrive un’area intorno a Bellolampo di circa quattro chilometri. Ad oggi, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente ha fornito un dato per quanto riguarda le misurazioni di diossina in aria, località Inserra, ma di tutte le altre zone interessate dall’incendio, sia di Bellolampo, ma di tutti gli altri posti non sappiamo assolutamente nulla. Non tanto  sull’aria respirata. Ma quel che ora è interessante e importante andare a vedere sono le ricadute  delle polveri delle ceneri che in pratica hanno invaso gran parte dei quartieri di Palermo. Ma su questo ad oggi non abbiamo assolutamente nulla.

Le centraline monitorano l’inquinamento da traffico veicolare

Per quanto riguarda gli inquinanti atmosferici sono stati rilevati alcuni inquinanti rilevati dalle centraline che riguardavano l’inquinamento da traffico auto veicolare, quindi benzene e polveri sottili. Ma ci sono ben altri composti abbastanza pericolosi da monitorare. Cito soltanto gli idrocarburi policiclici aromatici che sono composti non solo tossici ma anche e potenzialmente cancerogeni e di cui non abbiamo nessun dato. E su questo bisogna spendere una parola sola sui problemi della salute, dei campi, del monitoraggio dei campioni..

Attivare il piano della regione che ha 11 anni

Sarebbe necessario e opportuno riprendere il piano e vedere proprio li come muoversi. Non c’è nulla da inventare. È assurdo che una agenzia che ogni  ogni anno dalla Regione, in parte dalla sanità, in parte dal territorio e ambiente costi diverse decine di  milioni di euro si sia trovata ad oggi ad avere poco e nulla per andare a intervenire su una situazione emergenziale come quella che c’è stata nei giorni scorsi e in quella che probabilmente si è determinata con le ricadute atmosferiche sui terreni, sulle zone che sono state poi investite dai roghi e dai fumi che si sono sviluppati.

Cosa non sappiamo dopo gli incendi

Non sappiamo nulla sugli idrocarburi policiclici aromatici, non sappiamo nulla sui metalli pesanti che si sono sviluppati in questo tipo di roghi. Se uno fa un paragone con l’emissione di un impianto di incenerimento dei rifiuti, in cui ovviamente c’è una parte di inquinanti che viene abbattuta dai sistemi di filtrazione e lo paragona con la situazione attuale, si accorgerà che nei parametri che si vanno a controllare ai camini degli inceneritori ci sono, oltre ai classici parametri degli ossidi di azoto, zolfo, monossido di carbonio, anche gli idrocarburi policiclici aromatici, ci sono i metalli pesanti, ci sono le diossine. E in quel caso  stiamo parlando di emissioni che hanno subito un abbattimento grazie ai sistemi di abbattimento  chimici e meccanici. Nel nostro caso recente  invece per giorni hanno bruciato a cielo aperto non soltanto  sterpaglie, boschi, alberi e quindi legna ma anche tutta una serie di inquinanti atmosferici, ma ha bruciato una discarica in cui c’è di tutto.

Gioacchino Genchi

 

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