Un nuovo studio elabora il primo indice regionale di rischio ludopatia sulla base di dati ADM, ISS e Ministero della Salute.
Il gioco è una realtà diffusa in tutto il Paese, ma i dati dimostrano come il rischio di sviluppare comportamenti problematici non sia uniforme. Un nuovo studio condotto da Imco ha calcolato un indice regionale di rischio ludopatia, elaborato a partire da fonti ufficiali – Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), Istituto Superiore di Sanità (ISS), Ministero della Salute e Federconsumatori – e costruito su parametri oggettivi: spesa pro capite, prevalenza GAP, accessibilità ai punti di gioco e interventi di prevenzione attivati a livello locale.
I risultati mostrano un’Italia divisa in più velocità: da un lato regioni con alta spesa e una rete capillare di punti gioco, dall’altro territori a bassa densità abitativa che registrano valori sensibilmente inferiori. Lombardia, Campania, Lazio e Sicilia emergono come aree particolarmente a rischio, mentre Molise, Basilicata e Valle d’Aosta si collocano nella fascia più bassa.
La tabella completa mette in evidenza l’indice di tutte le regioni italiane:
| Regione | Spesa pro capite (€) | Prevalenza GAP (%) | Accessibilità (punti/100.000 ab.) | Interventi GAP (strutture) | Indice di Rischio |
| Lombardia | 2800 | 2.5 | 350 | 30 | 0.85 |
| Campania | 2600 | 3.0 | 340 | 28 | 0.83 |
| Lazio | 2400 | 2.8 | 330 | 27 | 0.81 |
| Sicilia | 2200 | 3.2 | 320 | 25 | 0.80 |
| Emilia-Romagna | 2000 | 2.6 | 310 | 23 | 0.78 |
| Puglia | 1800 | 3.0 | 300 | 22 | 0.77 |
| Calabria | 1600 | 3.4 | 290 | 20 | 0.75 |
| Veneto | 1400 | 2.2 | 280 | 19 | 0.73 |
| Sardegna | 1900 | 2.8 | 300 | 7 | 0.73 |
| Toscana | 1200 | 2.0 | 270 | 18 | 0.71 |
| Piemonte | 1000 | 1.8 | 260 | 17 | 0.69 |
| Liguria | 900 | 1.6 | 250 | 16 | 0.67 |
| Marche | 800 | 1.5 | 240 | 15 | 0.65 |
| Abruzzo | 700 | 1.4 | 230 | 14 | 0.63 |
| Umbria | 600 | 1.3 | 220 | 13 | 0.61 |
| Friuli-Venezia Giulia | 500 | 1.2 | 210 | 12 | 0.59 |
| Trentino-Alto Adige | 400 | 1.1 | 200 | 11 | 0.57 |
| Molise | 300 | 1.0 | 190 | 10 | 0.55 |
| Basilicata | 200 | 0.9 | 180 | 9 | 0.53 |
| Valle d’Aosta | 100 | 0.8 | 170 | 8 | 0.51 |
La Sicilia si colloca tra le regioni a più alto rischio con un indice pari a 0,80, trainato da una combinazione di spesa pro capite elevata, prevalenza GAP significativa e un’ampia rete di punti gioco. Nel confronto con la Sardegna, la regione presenta una maggiore incidenza del gioco problematico e un numero più consistente di esercizi per abitante, fattori che accentuano la vulnerabilità complessiva. Rispetto alla Calabria, la Sicilia mostra valori economici più alti ma una prevalenza leggermente inferiore, confermando comunque la centralità del fenomeno nel contesto insulare e meridionale. Le 25 strutture attive di prevenzione rappresentano un presidio importante, ma non sufficiente a compensare la diffusione del gioco fisico sul territorio. È fondamentale ricordare che lo studio si riferisce esclusivamente ai punti gioco fisici e non include il canale online, che per la sua accessibilità continua potrebbe amplificare ulteriormente i livelli di esposizione.
“La lettura dei dati consente di comprendere meglio i fattori che concorrono a determinare le diverse esposizioni al rischio e mette in evidenza come prevenzione e supporto possano avere un ruolo importante nel contenerne gli effetti”, spiega Claudio Poggi, esperto di Imco. “In definitiva, il gioco resta una realtà radicata e complessa: affrontarlo con responsabilità, sia da parte dei singoli che delle istituzioni, rappresenta la condizione necessaria per mantenerlo entro i confini di un’attività consapevole e sicura”.






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