Via a Palermo a ‘Siamo Pietre d’inciampo’, una breve azione scenica ispirata ad alcune pagine del libro ‘Se questo è un uomo’ di Primo Levi, a cura di Gigi Borruso con le attrici e gli attori di DanisinniLab e con la partecipazione di Giacco Pojero, che eseguirà musiche dal vivo. Lo spettacolo, con ingresso libero fino a esaurimento posti, è proposto in due location e orari differenti. Alle 16:30 presso l’Aula multimediale della residenza universitaria San Saverio nel quartiere Albergheria e alle 21 allo Chapitô Danisinni, nell’orto-fattoria del Parco Sant’Agnese dell’omonimo quartiere, luogo simbolo in cui il laboratorio teatrale DanisinniLab e il Museo Sociale Danisinni nascono e operano sin dal 2017.
Il debutto a Palermo di “Siamo Pietre d’Inciampo”
Il titolo della performance si ispira al noto progetto dell’artista tedesco Gunter Demnig di porre un piccolo blocco quadrato di pietra, ricoperto di ottone, davanti la porta della casa nella quale abitò un deportato nei campi di sterminio nazisti, su cui sono incisi il nome, l’anno di nascita, il giorno, il luogo di deportazione e la data della morte. Un modo per inciampare emotivamente su una storia che ci riguarda tutti e per ricordare ogni singola vittima. Così in questo giorno anche noi mettiamo la nostra piccola pietra per ricordare la vita, la dignità e i sogni negati a milioni di persone dalla perversa ideologia antisemita del nazifascismo. “Della Shoah, il pianificato sterminio del popolo ebraico a opera del regime nazista, vi è un’immane documentazione – racconta Gigi Borruso -. Eppure ancor oggi la tentazioni di banalizzare e di relativizzare quella storia ritornano, così come quelle di strumentalizzarne il senso. Il lavoro di DanisinniLab è animato dall’idea d’un teatro che coinvolga da vicino le comunità, che sappia navigare nell’immaginario, facendosi, al contempo, viva testimonianza della storia, della memoria e dei più profondi interrogativi della nostra epoca”.
Performance ispirata a Primo Levi
Quella di DanisinniLab vuole essere una piccola occasione, possibilmente lontana da ogni retorica, per ricordare fatti e pensieri di quei tragici anni, con un focus sulle gravi responsabilità del regime fascista che con le leggi razziali del ’38 e l’attiva collaborazione ai rastrellamenti degli anni ’43/’44 si macchiò di un odioso crimine. Il teatro con la sua forza evocativa può rompere il muro della dimenticanza, affinché non solo non si dimentichi, ma si ricordi. Come disse Primo Levi: “meditate che questo è stato” e questo può tornare a essere, nella ciclicità dell’orrore umano che continua a compiersi in ogni stagione dell’esistenza.
In occasione della Giornata della Memoria
“L’Ersu – dichiara il presidente dell’Ente, Michele D’Amico – coglie i primi frutti della convenzione con l’Associazione Museo Sociale Danisinni, dove gli studenti possono già partecipare (anche gratuitamente) alla scuola di teatro, determinando un concreto dialogo tra le istituzioni e la popolazione. Sul tema della Shoah poi – continua il presidente dell’ERSU – la memoria dello sterminio degli ebrei vittime del genocidio nazista, oltre a onorare la memoria di un popolo, rappresenta l’occasione perché si creino gli anticorpi nella società affinché simili orrori non si ripetano mai più”.
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