Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere Antonio Candela, ex direttore generale dell’Asp 6, e l’imprenditore Giuseppe Taibbi convocati dal gip Claudia Rosini per l’interrogatorio di garanzia coinvolti nelle indagini della guardia di finanza su un presunto giro di mazzette nella sanità siciliana.

Candela responsabile della cabina di regia della Regione sul Covid 19, difeso dall’avvocato Giuseppe Seminara, ha professato la sua innocenza.

L’ex manager dell’Asp 6 si è avvalso dichiarandosi estraneo ai fatti e riservandosi di fornire elementi per chiarire la sua posizione dopo avere esaminato gli atti del procedimento. Taibbi è difeso dall’avvocato Ninni Reina.

Secondo la Procura della Repubblica e i finanzieri del nucleo di polizia economico finanziaria, Candela avrebbe intascato tangenti per favorire un’impresa nell’aggiudicazione di un maxi appalto dell’Azienda sanitaria provinciale di Palermo. Il ruolo di intermediario con gli imprenditori disposti a pagare sarebbe stato rivestito dal faccendiere Giuseppe Taibbi che come Candela è finito agli arresti domiciliari.

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